India: nel Karnataka chiese e scuole cattoliche aperte per ospitare gli alluvionati
Almeno 18 milioni gli abitanti del Karnataka hanno subito danni a case e proprietà
per le violente piogge che in questi giorni hanno colpito le regioni settentrionali
dello Stato e del vicino Andhra Pradesh. Uno dei distretti più colpiti è quello di
Bellary e il vescovo della città, mons. Henry D’Souza, sta dirigendo in prima persona
gli aiuti alla popolazione. “Ho chiesto a tutte le nostre istituzioni nella regione
– dice ad AsiaNews - di usare chiese e scuole per ospitare gli sfollati, fornire loro
cibo, medicinali e prime cure di emergenza. In alcune zone abbiamo aperto centri di
accoglienza e ho chiesto alle nostre opere caritative di compiere ogni sforzo nei
soccorsi”. B.S. Yeddyurappa, primo ministro del Karnataka, afferma che nei 12 distretti
del nord “le coltivazioni sono totalmente distrutte, la rete viaria e quella elettrica
fortemente danneggiate”. E aggiunge che “le operazioni di soccorso e di ricostruzione
devono svolgersi su larga scala, data la vastità della tragedia”. Secondo le prime
stime del governo di Bangalore, i morti sono più di 150 e almeno 100mila le case distrutte.
Per verificare la situazione di persona, mons. D’Souza ha compiuto una visita nella
diocesi. “La popolazione è sottoposta a gravi sofferenze” egli dice e “la Chiesa di
Bellary sta facendo tutto il possibile”. La pioggia per ora dà tregua alla popolazione
e dopo aver invaso villaggi e strade, l'acqua comincia a ritirarsi. “Abbiamo istituito
una unità di crisi per coordinare i lavori di soccorso - continua il vescovo - e
stiamo dando fondo a tutte le nostre energie per aiutare chiunque, senza differenza
di religioni o di casta”. “I più colpiti – afferma il prelato - sono i poveri, già
stremati dalle prove della vita quotidiana. Con questa tragedia hanno perso anche
le loro magre proprietà”. I danni registrati nella diocesi di Bellary sono ingenti.
Il vescovo racconta: “Ci sono stati diversi morti e molte case distrutte, solo quelle
dei cattolici sono quasi 600. Molti ponti sono stati trascinati via dalle piogge e
le strade danneggiate. I feriti si contano a centinaia, la maggior parte per il crollo
delle case con tetti fatti di terra che non hanno retto alle piogge. I villaggi sono
invasi dal fango e i campi completamente inondati”. “Sono straziato dalle sofferenze
del nostro popolo - conclude il vescovo di Bellary -, ma siamo certi nella fede radicata
in Dio. Con l’aiuto e la guida del nostro Padre celeste siamo all’opera per servire
tutta la popolazione, soccorrerla a aiutare chi sta soffrendo”. (R.P.)