2009-10-05 15:39:04

Attentato contro l'Onu in Pakistan: morti 4 dipendenti del Pam


Il terrorismo torna a colpire il personale Onu in Pakistan. Quattro persone, dipendenti del Pam, il Programma Alimentare Mondiale, hanno perso la vita stamani in un attentato suicida avvenuto in uno degli uffici dell’organizzazione nel cuore della capitale, Islamabad. Una decina i feriti, alcuni in situazione molto grave. Sospese le attività e chiuse tutte le sedi delle Nazioni Unite nel Paese. Sulle possibili motivazioni dell’atto terroristico, che ancora una volta colpisce gli operatori umanitari dell’Onu, Giancarlo La Vella ha sentito Vicki De Marchi, portavoce del Pam:RealAudioMP3

R. – E’ molto complicato dare una risposta a questo interrogativo. Noi siamo un’agenzia delle Nazioni Unite, che si occupa di assistenza alimentare, agiamo in oltre 70 Paesi, alcuni con gravi conflitti in corso: pensiamo al Darfur e all’Afghanistan. Quindi, non ci siamo mai considerati un obiettivo del terrorismo e, chiaramente, per noi, quanto è avvenuto rappresenta un vero choc. E’ difficile pensare che si tratti di un attacco portato alla nostra sede deliberatamente. Chiaramente questo sarebbe un fatto gravissimo per tutta la comunità umanitaria.
 
D. – Che tipo di attività il Pam svolge in Pakistan?
 
R. – In Pakistan noi assistiamo circa 2 milioni di persone: si tratta di sfollati, di bambini che vanno a scuola e che non hanno abbastanza cibo, e ai quali noi forniamo quotidianamente alimenti. Insomma tutti quei settori socialmente vulnerabili. Quindi, la nostra è una presenza importante, ma di natura assolutamente umanitaria.
 
D. – Perché spesso il terrorismo rivolge le sue azioni contro le organizzazioni internazionali? Che cosa può dar fastidio della vostra attività che, in fondo, come lei ha sottolineato, ha un puro scopo umanitario?
 
R. – Ma, io credo che in generale, laddove c’è una presenza delle Agenzie delle Nazioni Unite nelle situazioni di conflitto, di tensione, o di fame nel nostro caso, sicuramente il nostro intervento è un elemento di stabilizzazione, perché in qualche modo facilita la sopravvivenza delle persone: il fatto che ci sia il cibo, il fatto che magari gli sfollati possano rientrare nelle loro abitazioni, che le persone possano andare a scuola è sicuramente un elemento di pacificazione, di stabilizzazione. Io credo, appunto, che chi colpisce le Nazioni Unite, ha come obiettivo quello di destabilizzare il Paese.
 
D. – L’Onu ha chiuso oggi le sue sedi in Pakistan. Questo episodio rallenterà in qualche modo la vostra attività?
 
R. – Noi speriamo di no. La nostra presenza in Pakistan è una presenza importante come lo è in altri Paesi della regione. Quindi, noi speriamo che questo non abbia conseguenze sulla nostra presenza lì. Ancora è troppo presto per valutare tutta una serie di aspetti dell’attentato di Islamabad.







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