2009-10-04 11:41:22

Assisi in festa nella ricorrenza del Transito di San Francesco, nel 70.mo anniversario della sua proclamazione a Patrono d'Italia


Assisi in festa oggi per la solennità di San Francesco. Nel 70.mo anniversario della proclamazione del Poverello come Patrono d’Italia, e a 800 anni dalla fondazione dell’Ordine francescano, i festeggiamenti vedono quest’anno coinvolti in prima linea i fedeli lucani. Alla Basilicata infatti tocca, per mano del sindaco di Potenza, l’accensione della lampada votiva dei Comuni d’Italia presso la tomba del Santo. Ieri, nella Basilica papale di Santa Maria degli Angeli, si è svolta la celebrazione del cosiddetto Transito di San Francesco. Ce ne parla padre Fabrizio Migliasso, custode del Convento di Santa Maria degli Angeli, al microfono di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

R. - San Francesco noi lo festeggiamo il 4 ottobre, tradizionalmente. Lui muore, però, la sera del 3 ottobre del 1226. Era un sabato quindi, dopo il tramonto, e liturgicamente si era già entrati nella domenica del 4 ottobre. Ecco perché, pur morendo il 3 ottobre, viene festeggiato il 4. Perché parliamo di “transito” di San Francesco e non di morte? Perché Francesco, come ha cantato nel Cantico delle Creature, vedeva la morte non come matrigna ma come sorella, quella sorella che lo prendeva per mano per farlo transitare in quella vita eterna verso la quale lui aveva camminato per tutta la sua vita. Allora, noi ricordiamo come Francesco nudo sulla nuda terra voglia essere deposto nella piccola cappellina, che allora era il luogo dell’infermeria, per poter incontrare il suo Signore.

 
D. - Le celebrazioni sono state scandite da momenti particolari, anche suggestivi. Vuole aiutarci a capirli un po’ meglio?

 
R. - Noi abbiamo da vent’anni circa un prologo mattutino del 3 ottobre. Vogliamo ricordare frate Jacopa. Jacopa era una nobildonna romana originaria di Marino, amica di San Francesco, una donna che possiamo identificare un po’ come la figura laicale che accompagna e vive anche lo spirito di San Francesco. Pochi giorni prima della sua morte, Francesco manifestò il desiderio di reincontrare frate Jacopa. Costei che, in visione, aveva percepito questo desiderio, nel momento in cui Francesco lo esprime frate Jacopa arriva portando dei dolcetti, il panno cenerino con cui Francesco sarà poi rivestito dopo la morte, le candele e l’incenso. Con questa celebrazione noi vogliamo ricordare al mattino questa memoria. Poi, alla sera - al momento appunto al Transito - celebriamo i Vespri e verrà esposta la tavola del maestro di San Francesco, che la tradizione vuole sia la tavola sulla quale è stato deposto e trasportato dopo la sua morte.

 
D. - La sera si ricorda anche il pianto delle povere dame, che cos’è?

 
R. - Dopo la sua morte, San Francesco viene trasportato presso il vescovado di Assisi dentro le mura della città, in quanto si temeva che vista la sua santità venisse rubato il corpo. Salendo verso Assisi, il corpo di Francesco passa attraverso la comunità di San Damiano, dove Chiara e le sorelle vivevano la loro esperienza di clausura e ogni anno, alle 21.30, si fa memoria di questo passaggio. Chiara può baciare quelle stimmate, può rivedere ancora una volta l’uomo che era stato per lei un po’ l’"apripista" del suo incontro con il Signore, nell’esperienza della clausura.

 
D. - Quindi, momenti di liturgia canonici si mescolano anche alla rievocazione per immagini di ciò che accadde veramente?

 
R. - Sì, questo rientra nella spiritualità francescana. La liturgia ha bisogno di segni, non solo di emozioni interiori. C’è anche il bisogno di essere coinvolti con gli occhi, con le orecchie, con le mani, per poter fare questa esperienza di preghiera totale.

 
D. - Padre Migliasso, il suo augurio all’Italia, in questo giorno dedicato al Patrono San Francesco?

 
R. - L’augurio è che, soprattutto in questo momento storico, possiamo riscoprire e ritrovare questa unità, anche all’interno dell’Italia, attorno a valori che non sono solo valori cristiani, ma sono prima di tutto valori umani.







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