2009-10-03 18:31:09

Visita ad Limina Apostolorum. Discorso del Santo Padre Giovanni Paolo II ai Vescovi del Kenya


 Discorso del Santo Padre Giovanni Paolo II ai Vescovi del Kenya in Visita ad Limina Apostolorum

20 maggio 1999



Le sfide della Chiesa in Kenya

È con gratitudine nel Signore della messe che osservo il vigore e la vitalità della Chiesa in Kenya, che continua a crescere «aggiungendo ogni giorno alla comunità quelli che sono salvati» (cfr At 1, 47). Dalla vostra ultima visita presso le tombe degli Apostoli, sono stati eretti due nuove Diocesi e un Vicariato Apostolico. (…) Nelle Lettere Pastorali che avete pubblicato negli ultimi anni, avete mostrato una lodevole sollecitudine per il benessere spirituale e religioso del vostro popolo nel contesto della generale situazione politica, sociale ed economica del vostro Paese. Questo contesto ha ripercussioni immediate sulla vita dei fedeli, di fatto di tutti gli abitanti del Kenya, e le iniziative prese a livello parrocchiale e diocesano per affrontare determinate situazioni non solo rispondono alle necessità reali della nazione, ma offrono anche spazi efficaci per proporre la dottrina sociale della Chiesa. Infatti, il sano ordine sociale, al quale tutti i cittadini del Kenya aspirano, esorta a una rinnovata cultura morale e politica di responsabilità. Il sano sistema democratico che essi desiderano dipende dalla diffusa reazione positiva agli sforzi volti al rinnovamento etico. Un presupposto fondamentale, come ho osservato nella Lettera Enciclica Centesimus annus, è: «la promozione sia delle singole persone mediante l'educazione e la formazione ai veri ideali, sia della "soggettività" della società mediante la creazione di strutture di partecipazione e di responsabilità» (n. 46). (…)



Rendere una testimonianza cristiana, in particolare nell'area della vita familiare

Senza una solida formazione morale nessun cittadino sarebbe in grado di esercitate correttamente le sue funzioni politiche. Solo con la prudenza, la giustizia, la temperanza e il coraggio (cfr Sap 8, 7) si possono operare scelte, sia a proposito dei responsabili selezionati o delle politiche adottate, che portino realmente al benessere della nazione. Come molti di voi hanno sottolineato nei resoconti quinquennali, i cambiamenti in campo economico e in altri settori dell'ambiente sociale rappresentano per i cattolici sfide al loro impegno a rendere una testimonianza cristiana, in particolare nell'area della vita familiare. Le difficoltà economiche combinate con un'urbanizzazione intensa e rapida producono situazioni nelle quali la tentazione di reagire alle pressioni in maniera immorale esercita una potente influenza. È dunque necessario che nel vostro servizio di Pastori e di guide spirituali conferiate priorità alla sollecitudine pastorale per le famiglie. Vi incoraggio a non stancarvi mai di esortare e di incoraggiare i fedeli a fare tutto il possibile per essere sempre saldi nell'abbracciare gli ideali cristiani del matrimonio e della vita familiare. È anche opportuno cercare un dialogo e una cooperazione maggiori in queste stesse aree con altre Chiese cristiane e comunioni ecclesiali, poiché si tratta di questioni che riguardano la vita di tutti i kenyoti e gli sforzi e la collaborazione congiunti offriranno una testimonianza più chiara di Cristo e del Vangelo. (...)



La famiglia deve essere tutelata e promossa

Poiché i valori di cui parliamo vengono trasmessi in primo luogo nella famiglia e poi rafforzati nella scuola, sia la famiglia sia l'educazione dovrebbero essere oggetto della vostra costante sollecitudine pastorale. La famiglia deve essere tutelata e promossa poiché resta la «cellula base della società» (Familiaris consortio, n. 46; cfr ibidem n. 42); e «nell'ambito dell'educazione la Chiesa ha un ruolo specifico da svolgere... che non è soltanto questione di affidare alla Chiesa l'educazione religioso-morale della persona, ma di promuovere tutto il processo educativo della persona "insieme con" la Chiesa» (Lettera alle Famiglie, n. 16). Il ruolo della Chiesa nell'educazione, in particolare attraverso le scuole cattoliche e i programmi di istruzione religiosa, deve dunque essere difeso e promosso. (.)



Il concetto della Chiesa come famiglia di Dio

È proprio in questo contesto che un'immagine significativa, evidenziata dall'opera dell'Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, assume un'importanza ancora maggiore: il concetto della Chiesa come famiglia di Dio. Questa espressione della natura della Chiesa è particolarmente adatta al vostro continente, poiché «pone, in effetti, l'accento sulla premura per l'altro, sulla solidarietà, sul calore delle relazioni, sull'accoglienza, il dialogo e la fiducia» (Ecclesia in Africa, n. 63). Quindi, la nuova evangelizzazione, che è parte integrante della missione della Chiesa nella preparazione al terzo millennio cristiano, tenderà «a edificare la Chiesa come famiglia escludendo ogni etnocentrismo e ogni particolarismo eccessivo, cercando invece di promuovere la riconciliazione e una vera comunione tra le diverse etnie, favorendo la solidarietà e la condivisione per quanto concerne il personale e le risorse tra le Chiese particolari, senza indebite considerazioni di ordine etnico» (ibidem). Questo concetto deve essere parte integrante di tutta la formazione in seno alla Chiesa, in particolare di quella dei fedeli laici: dovete aiutare i laici a considerarsi membri attivi della famiglia che è la Chiesa e a comprendere che appartengono in modo autentico alla Chiesa e che la Chiesa appartiene loro. Ne condividono la responsabilità! Questa comprensione e questo impegno aiuteranno i cattolici a non farsi distogliere nella pratica della fede da altre tradizioni religiose e dalle sette che stanno diventando sempre più numerose in Kenya. (…)



La formazione dei candidati alla vita religiosa

Anche la formazione che ha luogo nei vostri seminari e negli istituti di vita consacrata deve essere fra le vostre principali preoccupazioni pastorali. L'aumento del numero dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa è un grande dono ed esorta a un attento discernimento nella selezione e nella formazione di quanti si preparano a una vita di servizio nella Chiesa. Inoltre, alla luce della necessità di formare un laicato sempre più attivo, bisogna fare attenzione a evitare di impartire modelli di sacerdozio che abbiano una natura troppo clericale o autoritaria, e rendano spesso difficile ai futuri sacerdoti operare a stretto contatto con i laici e riconoscere il loro ruolo e le loro capacità. Piuttosto, i vostri sacerdoti devono venir incoraggiati a coinvolgere il maggior numero di laici possibile nella responsabilità comune per la vita parrocchiale: il parroco resta il responsabile, ma non può, e non deve, fare tutto da solo. Come ho osservato nella mia Esortazione Apostolica post-sinodale Pastores dabo vobis: «Di particolare importanza è preparare i futuri sacerdoti alla collaborazione con i laici... siano pronti ad ascoltare con interesse fraterno le loro aspirazioni» riconoscendo "la loro esperienza e competenza"» (n. 59). (...)



I giovani e i catechisti, priorità importanti

Dovreste sempre essere desiderosi di sostenere i giovani kenyoti che aspirano a consacrare la propria vita al servizio dei loro fratelli e delle loro sorelle attraverso l'osservanza dei consigli evangelici. Di particolare valore è il sostegno che offrite ai Superiori nel compito delicato di discernere con prudenza l'idoneità dei candidati alla vita religiosa. Mi unisco a voi nell'esprimere apprezzamento per i generosi sacerdoti missionari. Frati, suore e laici, uomini e donne, che, seguendo i suggerimenti dello Spirito, sono venuti in Kenya, recando testimonianza di quello scambio di doni spirituali fra le Chiese particolari che è il frutto naturale della comunione ecclesiale. Parimenti, e con uguale soddisfazione, osservo che anche molti sacerdoti e religiosi kenyoti hanno seguito la guida dello Spirito e ora servono come missionari al di fuori delle proprie Diocesi di origine e anche all'estero. Non possiamo inoltre non riconoscere con gratitudine il ruolo indispensabile dei catechisti nel trasmettere le verità della fede e nel condurre gli altri al Signore. Riconosco la loro importante testimonianza e la generosità con la quale si dedicano a Cristo e alla sua Chiesa nel rendere il Vangelo sempre più noto e accolto. Non bisogna lesinare alcuno sforzo per garantire che essi ricevano la preparazione e la formazione corrette e necessarie all'adempimento dei loro doveri e non devono mai venir loro meno il sostegno e l'incoraggiamento, sia materiali sia spirituali.



Vi affido alla protezione di Maria

Amati Fratelli nell'Episcopato, sono confortato dalla saggezza e dalla sollecitudine con le quali avete amministrato il Popolo di Dio in Kenya. Prego affinché il vostro pellegrinaggio nella Città nella quale gli Apostoli Pietro e Paolo versarono il proprio sangue a testimonianza del Vangelo, vi riempia di nuova forza per il ministero apostolico che vi è stato affidato, affinché non vi stanchiate mai di predicare la Parola di Dio, celebrando i Sacramenti e guidando il gregge a voi affidato. È con gioia particolare che apprendo dell'edificazione a Subukia di un Santuario Nazionale dedicato a Maria, Madre di Dio, e del programma di pellegrinaggi mariani che si svolgerà per tutto l'anno giubilare in ogni Diocesi. Affidando voi, i sacerdoti, i religiosi e i laici delle vostre Chiese locali, all'amorevole protezione della Beata Vergine Maria, Madre di Cristo e Madre nostra, imparto la mia Benedizione Apostolica quale pegno di grazia e di pace in suo Figlio, nostro Signore Risorto.








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