Visita ad Limina Apostolorum. Dal Discorso del Santo Padre Benedetto XVI ai Vescovi
dell'Africa Occidentale
DAL DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AI VESCOVI DI SENEGAL, MAURITANIA, GUINEA
BISSAU E CAPO VERDE IN VISITA AD LIMINA APOSTOLORUM 20 febbraio 1006
RAFFORZARE
L’IDENTITA’ CRISTIANA PERCHE’ I VALORI SPIRITUALI E SOCIALI DEL VANGELO SI AFFERMINO
AL DI LA’ DI CREDENZE ATAVICHE O TENDENZE SECOLARISTICHE
Promuovere lo sviluppo
sociale in collaborazione con i fedeli di altre religioni, coniugando la penetrazione
del Vangelo con la salvaguardia dei più alti valori africani. E’ il compito principale
dei vescovi del Senegal, della Mauritania, delle Isole di Capo Verde e della Guinea
Bissau, che Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina per la loro visita ad Limina.
La
società africana non è immune da alcune “seduzioni” incompatibili con la fede e l’agire
cristiano: compito di vescovi e sacerdoti è di contrastare tali influenze presentando
il volto vivo del Vangelo, che “deve essere interamente radicato nella cultura dei
vostri popoli”. Pur nella “grande diversità” delle situazioni “umane ed ecclesiali”
dei rispettivi Paesi, l’analisi che fa Benedetto XVI di Senegal, Mauritania, Guinea
Bissau e Isole di Capo Verde trova un comune denominatore nell’urgenza di rendere
salda l’identità cristiana in mezzo alle tendenze fuorvianti che vengono dal passato,
con gli antichi costumi mai dimenticati, e dal presente, con le tendenze indotte dalla
secolarizzazione:
“LE RETOUR A CERTAINES PRATIQUES DE LA RELIGION TRADITIONNELLE…
Il
ritorno ad alcune pratiche della religione tradizionale, che constatate a volte nei
cristiani deve spingere a cercare mezzi adeguati per ravvivare e rinforzare la fede
alla luce del Vangelo, e per consolidare le basi teologiche delle vostre chiese particolari,
pur prendendo ciò che c’è di meglio dell'identità africana”.
Ricevere il Battesimo,
ha proseguito il Pontefice, implica necessariamente una “rottura” con le “abitudini”
della vita precedente, ma allo stesso tempo – ha messo in guardia - ricevere il sacramento
dell’iniziazione cristiana non deve tradursi in un isolamento del battezzato rispetto
al suo popolo o alla sua famiglia. Benedetto XVI ha caldeggiato la formazione, basata
sul testo del Catechismo della Chiesa cattolica, anche perché, ha affermato, una fede
“solida” permette “di fare fronte ai fenomeni nuovi della vita contemporanea come
lo sviluppo dell'urbanizzazione, lo scarso impegno di numerosi giovani, le seduzioni
materiali di qualsiasi tipo, o l'influenza esercitata da idee che provengono da qualsiasi
orizzonte” culturale:
“CHERS FRERES DANS L’ÉPISCOPAT, DANS CETTE DIFFICILE…
Cari
fratelli nell’episcopato, in questo difficile compito dell’evangelizzazione, i vostri
sacerdoti sono collaboratori generosi che incoraggio cordialmente nei loro impegni
apostolici”.
In favore del clero locale, il Papa ha auspicato una formazione
intellettuale e spirituale che faccia dei sacerdoti “uomini equilibrati umanamente
e spiritualmente, capaci di rispondere alle sfide che sono tenuti ad affrontare, tanto
nella loro vita personale che pastorale”. Una di queste sfide, ha proseguito il Pontefice,
è certamente “lo sviluppo sociale”, che vede tutte le diocesi locali impegnate nel
servizio dei più poveri. In Guinea Bissau - ha notato Benedetto XVI, passando al portoghese
– le priorità sono la famiglia, con l’inculturazione sempre in primo piano, e le strutture
politiche e amministrative nelle quali è necessario promuovere un “corretto” funzionamento
al servizio dei cittadini.
In ogni caso, ha puntualizzato ancora una volta
Benedetto XVI, “il cristianesimo non deve essere ridotto ad una saggezza puramente
umana né confondersi con un servizio sociale, poiché si tratta anche di un servizio
spirituale”. E nemmeno deve manifestarsi come “un mezzo al servizio del proselitismo”,
perché, ha asserito, “l’amore è gratuito”. Il Papa si è quindi soffermato sulla “collaborazione”
con i musulmani e sul diritto di professare liberamente il proprio credo. Tali “sforzi”,
ha aggiunto, “contribuiscono alla realizzazione concreta del bene autentico delle
persone e della società”. (Alessandro De Carolis)