2009-10-03 18:35:29

Visita ad Limina Apostolorum. Dal Discorso del Santo Padre Benedetto XVI ai Vescovi della Repubblica Centrafricana


 Un futuro di pace per la Repubblica Centrafricana, afflitta da tensioni sociali e conflitti armati: l’auspicio dei vescovi del Paese africano, in visita "ad Limina"
29 maggio 2007

“Un futuro di pace” per un Paese tormentato da conflitti politici e sociali, sfociati sovente in scontri armati: questo auspicano i vescovi delle Repubblica centrofricana, che ieri hanno iniziato le udienze con il Santo Padre, in occasione della loro visita ad Limina.

Una storia d’instabilità, che per l’ex colonia francese parte fin dai primi anni dell’indipendenza, nel 1960. Sarà infatti il maresciallo Bokassa ad assumere con la forza il potere nel ’66 e a proclamarsi 10 anni dopo "imperatore", per essere poi destituito nel ’79 con il ripristino della Repubblica. Ma due anni dopo, è il generale Kolingba con un colpo di Stato a prendere il potere, conservandolo per oltre un decennio fino alle prime elezioni libere indette - su pressione internazionale - nel ‘93, che vedono la vittoria di Patassé, a capo del Movimento per la liberazione del popolo centrafricano. I militari tornano in armi - nel ‘97 e fino al 2000 scende in campo l’ONU per mediare - e dopo vari scontri tra governativi e ribelli, è il generale Bozizé nel 2003 a conquistare la presidenza, confermato nelle elezioni del 2005. Tuttavia, i seguaci dell’ex presidente Patassé, in esilio nel Togo, continuano combattere, asserragliati nel nord ovest del Paese, mentre al nord est si sono insediati gruppi ribelli del vicino Ciad. Una situazione aggravata dal diffuso banditismo, che ha precipitato il Paese nell’insicurezza sociale. In questi dolorosi decenni, la Chiesa centrafricana, presente da oltre 100 anni, non ha mai smesso d’invocare la pace e di condannare le violenze che non hanno risparmiato esponenti religiosi, denunciando in anni recenti anche il silenzio mediatico sulla drammatica situazione del loro Paese. Da qui, l’appello lanciato di recente al presidente Bozizé dai vescovi centrafricani, preoccupati per il riacuirsi delle tensioni tra governo e opposizione e la ripresa degli scontri armati nel Nord. I presuli chiedono al capo di Stato d’impegnarsi per trovare una via d’uscita, aprendo un dialogo senza pregiudizi così da arginare il peggio che avanza: tribalismo, anarchia, autoritarismo politico, ristagno economico, rovina intellettuale e caduta di valori, e per garantire a tutti i cittadini “il rispetto della loro dignità”.
(Roberta Gisotti)







All the contents on this site are copyrighted ©.