L'attualità dell'insegnamento di don Sturzo nella lettera del Papa al convegno di
Catania
Un “modello di integerrimo, competente e appassionato servizio al bene comune”. Così
Benedetto XVI, in una lettera a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone,
definisce la figura di don Luigi Sturzo, al centro di un Convegno internazionale che
si è aperto ieri a Catania e si chiuderà domani a Caltagirone, paese di nascita del
sacerdote fondatore del Partito Popolare italiano. Oltre mille i partecipanti. Don
Sturzo, si legge nel messaggio, ha anticipato per molti aspetti la ‘Caritas in veritate’
e rappresenta “un modello in special modo per quanti rivestono responsabilità amministrative
e di governo”. Sulla stessa linea Salvatore Martinez, presidente di Rinnovamento nello
Spirito Santo e della Fondazione “Mons. Francesco Di Vincenzo”, che hanno organizzato
il convegno per commemorare i 50 anni dalla morte del sacerdote siciliano: “La figura
di Sturzo continua ancora a veicolare i grandi valori della tradizione democratica,
al di là delle appartenenze ideologiche”. Nel suo discorso di saluto, ieri il segretario
generale della Cei, mons. Mariano Crociata, ha ricordato di don Sturzo “l’amore indefesso
per il sacerdozio”, e, allo stesso tempo, “il coraggio di intraprendere cose nuove,
il non fermare il proprio ministero sul sagrato dell’edificio di culto”. “Don Luigi
– ha continuato il presule – ci ha insegnato quanto sia vero che nella Chiesa si può
edificare senza primeggiare, si può fare molto con poco potere”. In merito al ruolo
politico di don Sturzo, il cardinale Angelo Comastri ha sottolineato la sua capacità
di “portare un afflato di spiritualità in un mondo, quello dei Palazzi, soggetto a
tentazioni mondane”, mentre in un’intervista al Sir, mons. Michele Pennisi, vescovo
di Piazza Armerina e presidente della Commissione Storica per la Causa di beatificazione
del sacerdote, ha ricordato la sua passione per la libertà, soprattutto per la libertà
della Chiesa a far sentire la propria voce nella società, in considerazione dell’universalità
dei valori evangelici e nel rispetto dell’autonomia dello Stato. Un parallelo tra
l’eredità di don Sturzo e le problematiche del mondo globalizzato odierno è stato
tracciato anche dal padre di Solidarnosc, premio Nobel per la pace Lech Walesa, mentre
oggi intervengono, tra gli altri, il presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek,
il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi e numerosi segretari nazionali
della Democrazia Cristiana. (S.G.)