2009-10-03 14:40:33

La Beatificazione di fra Eustachio Kugler. Mons. Amato: grande testimone della carità di Gesù


Si svolgerà domani alle 14.00 nel Duomo di Ratisbona, in Germania, il rito di Beatificazione del religioso tedesco Eustachio Kugler, dell’Ordine di San Giovanni di Dio. Partecipa all’evento, come rappresentante del Santo Padre, l’arcivescovo Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Fra Eustachio Kugler, entrato nell’Ordine dei Fatebenefratelli nel 1893, all’età di 27 anni, prima di diventare provinciale lavorò come fabbro, infermiere e poi direttore di strutture sanitarie. Arrestato dalla Gestapo durante il regime nazista si spense nel 1946. Ci traccia un profilo del nuovo Beato lo stesso mons. Amato al microfono di Roberto Piermarini:RealAudioMP3

R. - Eustachio Kugler, dei Fatebenefratelli, è un grande testimone della carità di Gesù, Buon Samaritano. Spinto dalla compassione verso gli ammalati e i bisognosi, costruì due grandi ospedali a Regensburg, adoperandosi per il loro buon funzionamento anche durante il periodo doloroso del regime nazista e della Seconda Guerra Mondiale. Dalla sua fede in Cristo egli attingeva coraggio e perseveranza nel bene. La sorgente del suo ardore apostolico era la preghiera. Fra Eustachio era un uomo di preghiera. Fu attribuita al suo spirito di preghiera l’integrità dell’ospedale dalle bombe, mentre tutto intorno era distruzione e morte. «Dovete avere un grande uomo di preghiera nelle vostre file, visto che Dio ha così visibilmente protetto la vostra casa», fu la constatazione ammirata di un pastore evangelico. Durante i bombardamenti, fra Eustachio rimaneva solo a pregare in Chiesa davanti al Tabernacolo; scendeva in cantina solo quando il Santissimo Sacramento veniva trasferito giù. Per questo fu chiamato: “Der grosse Beter von Regensburg”, il grande orante di Regensburg.

 
D. - Il Kugler è stato definito “il gigante dell’ospitalità” o anche “l’uomo ospitalità”. Cosa significa?

 
R. - Le testimonianze al riguardo sono numerose. Ad esempio, Franz Xavier Schachtner, un ex degente dell’ospedale di Regensburg, ha riferito che, durante la sua permanenza in ospedale, era stato edificato dalla figura di un frate anziano, dall’aspetto malaticcio, con un abito liso e con scarpe consumate: «Prestava il suo servizio con impegno instancabile e con ammirevole perseveranza. Spesso mi chiedevo - riferisce sempre lo Schachtner -, come mai si davano a lui i vestiti più vecchi e gli si facevano fare i servizi più umili [...]; e pensai che forse si era macchiato di qualche grave peccato, che adesso stava espiando, o che forse non godeva della simpatia dei confratelli». Incuriosito, lo Schachtner chiese chi fosse quel frate. Gli risposero: «E il nostro provinciale, il superiore della provincia bavarese dei Fatebenefratelli, e fa i lavori più umili perché la gente non possa supporre in lui il superiore». Ecco come fra Eustachio praticava il voto di ospitalità, non a parole ma con i fatti, impegnandosi lui stesso a servire i pasti, pulire le stanze, lavare gli ammalati, cambiarne la biancheria, provvedere a migliorare il loro vitto. Un altro testimone afferma: «Se era il padre provinciale a fare il turno di notte, si aveva la certezza che tutti i pazienti erano curati bene. Nessun lavoro gli era troppo basso, nessuno sforzo troppo pesante, nessun malato troppo impaziente». Come provinciale, esigeva con fermezza che gli ammalati fossero curati al meglio. In tutte le sue ispezioni la prima domanda era: «I malati vengono curati bene, li si tratta bene?» . Quando doveva essere nominato un nuovo capo infermiere, la sua prima domanda era: «E’ buono con gli ammalati, e veramente un Fatebenefratello?».

 
D. - Fra Eustachio è un ulteriore modello di santità comprensibile anche dalla nostra cultura di oggi...

 
R. - In realtà, fra Eustachio Kugler è un esempio di vita cristiana per tutti, un modello di esistenza consacrata per i benemeriti Fatebenefratelli, un glorioso figlio della Chiesa tedesca e un grande benefattore dell’umanità sofferente e bisognosa. Come Gesù, anche il nostro Beato è passato su questa terra “beneficando” (At 10,38) e cioè facendo il bene. Imitiamolo con le nostre opere buone e siamo degni di questo nostro fratello nella fede.







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