Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
In questa 27.ma Domenica del tempo Ordinario la liturgia ci propone il passo del Vangelo
in cui alcuni farisei chiedono a Gesù, per metterlo alla prova, se sia lecito a un
marito ripudiare la propria moglie, come prescritto da Mosè. Gesù risponde:
«Per
la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall'inizio della
creazione Dio li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua
madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più
due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Su
questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti,
docente di Dogmatica alla Pontificia Università Lateranense:
Al termine
della Creazione, nel sesto giorno, il Signore crea l'uomo e lo crea «maschio e femmina».
E' un sigillo ed è una chiave di volta. L'unità dell'uomo e della donna è posta dal
Creatore al vertice dell'opera creazionale e quale punto di sostegno di tutto il creato.
L'alterazione,
la manipolazione, la falsificazione, la riduzione, la contraffazione, la violazione
di quell'unione che viene da Dio scuote il creato intero in tutto il suo costrutto.
Nulla rimane sano, nulla rimane integro, non resta più nulla di puro quando l'unità
tra l'uomo e la donna, costituita «in principio» e «dal principio» della Creazione,
viene scomposta e infranta.
Si ritiene erroneamente
che sia l'uomo ad aver prodotto quell'unità e che possa, e anzi, debba essere l'uomo
stesso a farne quel che vuole, a suo piacimento. Ma non è così! Quell'«unione viene
da Dio» (Agostino, Tr. in Io., 9, 2). Il risultato è pessimo. Cresce l'inimicizia
degli uomini nei confronti delle donne e delle donne nei confronti degli uomini. Cresce,
di giorno in giorno, un sordo reciproco risentimento. Crollano così le fondamenta
del mondo.
Su questo paesaggio di devastazione umana,
accompagnato da drammi e sofferenze inenarrabili, si alza la parola di verità: «L'uomo
non divida quello che Dio ha congiunto!».