2009-10-03 16:13:20

Gran Bretagna: i medici lasciano morire una ragazza che stava cercando di suicidarsi


Kerrie Wooltorton aveva 26 anni e non voleva vivere. Un problema fisico le impediva di avere figli e questo era per lei insopportabile. Aveva già cercato di suicidarsi altre nove volte nel corso di un anno quando, un giorno di settembre del 2007, decise di ingoiare liquido antigelo e poi chiamare l’ambulanza. Solo per non morire da sola, aveva specificato. Quando è arrivata al Norwich e Norfolk University Hospital, in Gran Bretagna, era ancora viva, ma i medici decisero di non intervenire per salvarla. La ragione, spiegata dai medici al giudice nel corso di un’indagine, era la volontà di essere lasciata morire espressa chiaramente nelle dichiarazioni anticipate. Sono quelle “living wills” introdotte nel 2005 dal Mental Capacity Act, che permette ai pazienti di stabilire in anticipo a quali trattamenti non vogliono essere sottoposti nel caso in cui si trovassero in condizioni gravi. Dichiarazioni prese alla lettera dallo staff medico. “Non volevo agire contro la legge ed era mio dovere seguire la sua volontà”, ha dichiarato il nefrologo Alexander Heaton. Le altre volte era stata una dialisi a salvarla. Nei giorni scorsi il giudice ha stabilito che la signorina Wooltorton aveva “piena consapevolezza” di ciò che faceva e sarebbe stato “illegale” un intervento per salvarla da parte dei medici. Eppure, come sostiene l’associazione contro l’eutanasia Care Not Killing Alliance, le “living wills” dovrebbero essere utilizzate solamente nel caso in cui un paziente perfettamente cosciente al momento della dichiarazione si dovesse trovare in uno stato di incapacità. E sarebbe necessario chiedersi, come ha detto il professor Peter Saunders, se “qualcuno che tenta il suicidio nove volte in un anno sia realmente sano di mente”. I genitori di Kerrie, Colin e Linda, sporgeranno denuncia contro l’ospedale. “Niente di questo ci ridarà nostra figlia – hanno detto alla stampa britannica – ma potrebbe impedire che qualcun altro debba passare lo stesso”. E hanno chiesto al più presto una modifica della legge. (V.F.)







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