Domani il Papa presiederà la Messa di apertura del Sinodo per l'Africa dedicato alla
pace e alla giustizia
Ultimi preparativi per il Sinodo dei Vescovi per l’Africa dedicato alla riconciliazione,
alla giustizia e alla pace, che prenderà il via ufficialmente domani. Ad aprire la
seconda Assemblea Speciale dedicata a questo continente sarà la celebrazione eucaristica
presieduta da Benedetto XVI nella Basilica di San Pietro, alle ore 9.30. Il Santo
Padre è rientrato oggi da Castel Gandolfo, al termine del periodo estivo. La nostra
emittente seguirà la Santa Messa in diretta a partire dalle ore 9.20. Ieri pomeriggio,
intanto, presso la Sala Marconi della nostra emittente, si è svolto un incontro sul
tema “Africa e media”, organizzato dalla Radio Vaticana insieme al Pontificio Consiglio
delle Comunicazioni Sociali. Il servizio di Isabella Piro:
Quali sono
i problemi che ostacolano un’informazione giusta ed obiettiva sull’Africa? A questa
domanda ha voluto rispondere l’incontro su “Africa e media” che ha visto protagonisti
alcuni Padri sinodali e numerosi giornalisti. Ad aprire i lavori, il direttore generale
della Radio Vaticana padre Federico Lombardi:
"Si
parla spesso con delle prospettive non corrette o con delle prospettive troppo europee
sulle questioni africane. Bisogna, invece, riuscire a trovare un’impostazione giusta,
un’impostazione in cui anche gli africani siano veramente protagonisti del modo di
parlare dell’Africa e sull’Africa, così che si trovi il posto giusto dell’Africa nell’informazione
e nelle prospettive del mondo di oggi".
Sulla stessa linea il cardinale
nigeriano Francis Arinze, presidente delegato del
Sinodo:
"Quando qualcosa non funziona bene, allora sicuramente se ne
parla in Europa. Ma quando qualcosa funziona veramente bene – e sono la maggioranza
delle cose – non se ne parla, perché non fa notizia. A meno che non ci sia un europeo
ucciso lì!"
Di fronte ai problemi, “è meglio accendere una candela che
condannare il buio”, ha ribadito il porporato, invitando anche i laici ad agire per
dare il loro contributo ad un’informazione corretta:
"I laici sono
veramente chiamati al lavoro, qui. Non bisogna essere monaco, o sacerdote, o avere
un dottorato dell’Università Gregoriana per essere presente in questo areopago".
No ai paradigmi occidentali, dunque, per analizzare il mondo panafricano,
ha continuato Filomeno Lopes, giornalista della redazione Portoghese
Africa della Radio Vaticana. Perché “l’Africa è un soggetto, e non un oggetto, di
relazioni, di informazioni, di comunicazioni, di cooperazione, di partenariato”:
"Se informare significa plasmare la mente e il cuore degli africani, allora
la sfida di partnership nella comunicazione e nell’informazione consiste, quindi,
nell’aiutare l’Africa e gli africani a ricostruire la loro millenaria cultura comunicativa
che si poggia sui valori di verità, giustizia, armonia. Se si vuole aiutare l’Africa
a vincere la sfida comunicativa del futuro, bisogna investire nella cultura e nella
comunicazione". Negli ultimi anni, l’Africa ha visto
un grande dinamismo nel mondo della comunicazione: basti pensare che tra il 2000 ed
il 2006 gli utenti africani di Internet sono cresciuti del 625,8%, rispetto al 195%
del resto del mondo. In tutto questo, naturalmente, la Chiesa non resta indietro.
Padre Janvier Yaméogo, membro del Pontificio Consiglio delle
Comunicazioni Sociali:
"La comunicazione è sicuramente essenziale per
promuovere giustizia, pace e riconciliazione. Ma non va, però, dimenticato – come
scrive il Papa nella Caritas in Veritate – che il senso e la finalità dei media vanno
cercati nel fondamento antropologico. In un mondo mediatico, la Chiesa non può non
essere mediatica, in quanto sacramento, segno e strumento per comunicare all’uomo
la sua verità".
La sfida per la comunicazione in Africa, dunque, è
aperta. E se ne parlerà ancora in altri due incontri che si terranno, sempre presso
la Radio Vaticana, sabato 17 e giovedì 22 ottobre.