Decine di vittime per il nubifragio a Messina. Il vescovo: tragedia annunciata
A poco più di 36 ore dal violento nubifragio che ha colpito il messinese si fa sempre
più drammatico il bilancio delle vittime. Gli ultimi dati ufficiali parlano di 21
morti, fra i 35 e 40 dispersi e 95 feriti, tre dei quali in gravi condizioni. E mentre
monta la polemica sulle cause e le responsabilità del disastro nelle aree colpite
dall’alluvione continua la corsa contro il tempo per recuperare eventuali superstiti.
Il punto della situazione nel servizio di Marco Guerra:
La
macchina dei soccorsi continua lavorare senza sosta a Briga Marina, Giampilieri, Molino
e Scaletta Marea, le località del messinese più colpite dall’alluvione. Si scava incessantemente
per trovare le oltre 30 persone che mancano ancora all’appello, fra cui anche quattro
bambini, anche se le possibilità di ritrovarle in vita si fanno di ora in ora sempre
più deboli. Lo stesso premier Berlusconi, che ha rinviato la sua visita nei luoghi
del disastro, ha infatti riconosciuto che il bilancio è destinato a salire ad almeno
50 vittime. Al momento risultano ancora isolate diverse frazioni di Scaletta Marea,
raggiungili solo dagli elicotteri che fanno la spola per caricare i feriti e consegnare
generi di prima necessità. La situazione più preoccupate è nella frazione di Guidomandri,
dove vivono un centinaio di persone. Giampilieri è stata invece completamente evacuata.
Le 435 persone che si erano rifugiate nella scuola elementare del paese sono state
trasferite in alcuni alberghi a Messina. Dopo una serie di sopralluoghi nelle zone
devastate dalla frana, il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, pochi minuti
fa, ha tenuto un incontro con il prefetto di Messina per fare il punto della situazione
che è stata definita “critica ma sotto controllo”. Bertolaso ha quindi parlato di
cifre “ancora ballerine” mentre in mattinata era tornato a puntare il dito contro
l’abusivismo e l’incuria del territorio. Ma per un’analisi di ciò che si prospetta
come l’ennesimo disastro annunciato sentiamo il commento del vescovo di Messina, mons.
Calogero La Piana:
R. – Sono esperienze
tristi che abbiamo già sperimentato due anni fa, proprio a Giampilieri, ma anche pochi
giorni fa abbiamo avuto delle frane con interruzione dell’autostrada in più punti
… Cioè, tutta la zona ionica è un terreno tutto sommato fragile, è un territorio che
presenta una situazione idrologica instabile, con una quantità di torrenti piccoli
e grandi. E’ chiaro che un uso scellerato di questo territorio, con la mancanza di
manutenzione, con costruzioni abusive, che non dovrebbero esserci, con questi incendi
che devastano continuamente e la non dovuta risposta con il rimboschimento: ecco,
tutto questo già faceva pensare che qualcosa sarebbe capitato, una tragedia – come
molti gridano – annunciata, una situazione che è stata più volte denunciata, una situazione
di aiuti, di interventi che più volte è stata richiesta; allarmi e appelli si sono
susseguiti nel tempo ma sono caduti sempre nel vuoto: veri e propri gridi di allarme!
E adesso … adesso c’è un’altra voce che si aggiunge, a quella degli allarmi e degli
appelli: c’è il dolore di questi fratelli che hanno perso tutto, ma c’è soprattutto
il silenzio di questi fratelli che hanno perso la vita. Ora, io mi domando se tutto
questo basterà o se bisogna aspettare qualche altra cosa perché ci sia una vera conversione,
perché ci sia una vera e propria inversione di marcia, che ci sia un intervento concreto
per garantire serenità e sicurezza a questa nostra gente.
Sulla
stessa linea anche il sindaco del capoluogo siciliano, Giuseppe Buzzanca,
che invoca un piano d’interventi strutturali per la messa in sicurezza del territorio:
R.
– Purtroppo, 50 anni di cattiva politica e di speculazioni che si sono protratte …
ma lei pensi che a 100 anni dal terremoto, il piano di protezione civile è stato dato
circa cinque-sei mesi fa: l’abc dell’intervento! Non c’era un piano di protezione
civile! Noi stiamo cercando di porre un freno alla cementificazione selvaggia. Noi
non esiteremo ad abbattere tutti quegli edifici per i quali ci sono ordinanze di abbattimento.
D.
– Quali interventi servono per mettere in sicurezza questo territorio?
R.
– C’è bisogno di un progetto veramente grande che richiede decine di milioni di euro
e dia quelle risorse a Messina per metterla in sicurezza, perché è una delle città
a più alto rischio idrogeologico ma anche a più alto rischio sismico: questo non possiamo
dimenticarlo! Da soli non possiamo farcela: quindi è necessario un intervento veramente
significativo, radicale, importante. E immediato!