2009-10-02 19:14:32

Zimbabwe: il Consiglio delle Chiese locali annuncia un incontro con il governo


Le Chiese dello Zimbabwe avranno presto un incontro con i rappresentanti del governo per presentare suggerimenti ed iniziative a favore della ricostruzione e della pace nel Paese. Lo ha reso noto il rev. Naison Shava, presidente del Consiglio delle Chiese dello Zimbabwe (ZCC). Parlando con la stampa a margine del Forum dei leader della Chiesa ecumenica, svoltosi ad Harare nei giorni scorsi, il rev. Shava ha ribadito: “Ci siamo incontrati per ridefinire il nostro ruolo nella società come Chiese, in modo da svolgere un compito attivo nella ricostruzione nazionale”. Il presidente del ZCC ha poi rivelato che, durante il Forum, è stato nominato un comitato che metterà a punto un progetto da presentare al governo, poiché, ha sottolineato il rev. Shava, le Chiese hanno “la responsabilità di contribuire alla ricostruzione del Paese”. Quindi, il presidente dello ZCC ha ricordato che “le polarizzazioni, in ambito politico, hanno provocato dei veri e propri traumi a molti cittadini dello Zimbabwe, fino a rendere necessario un processo vero e completo di risanamento del Paese”. “Ci sono persone - ha aggiunto il rev. Shava – che credono che l’unico risarcimento per una violenza subita sia l’applicazione della legge del taglione. Come Chiese, noi affermiamo che questo genere di comportamento non aiuta la rinascita del Paese e vorremmo trovare una soluzione attraverso il dialogo, per giungere alla verità ed al perdono”. Infine, il presidente della ZCC ha sottolineato come l’organizzazione si stia impegnando per aiutare gli sfollati dello Zimbabwe a ritornare in patria. Il Paese africano, lo ricordiamo, sembra da poco uscito da una grave crisi politica, seguita alle elezioni presidenziali del 2008. Le consultazioni, infatti, sono state contrassegnate da tumulti, violenze ed accuse di brogli tra la maggioranza, guidata da Robert Mugabe, e l’opposizione, schierata con Morgan Tsvangirai. Solo agli inizi del mese scorso si è giunti ad un accordo per un governo di unità nazionale, con Mugabe come presidente e Tsvangirai come primo ministro. (I.P.)








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