Tanzania: allarme della Chiesa per il divario crescente tra ricchi e poveri
La Chiesa cattolica della Tanzania lancia l’allarme per denunciare il divario crescente
tra ricchezza e povertà nel Paese. Per questo, ed in vista delle elezioni presidenziali
e legislative che si terranno nel 2010, la Chiesa ha annunciato l’istituzione di un
programma di educazione civica sui diritti fondamentali dell’uomo e sui doveri del
cittadino. Il progetto sarà portato avanti nelle parrocchie, nelle scuole e nelle
comunità cattoliche di tutto il Paese. Inoltre, in una dichiarazione, ripresa dall'agenzia
Apic, i vescovi locali auspicano una revisione della Costituzione e criticano la “deriva”
del Paese verso il capitalismo, considerato come “il principale ostacolo” allo sviluppo
della Tanzania. La Chiesa chiede, quindi, al governo di modificare la politica sociale,
sottolineando che essa si dovrebbe concentrare sul miglioramento delle condizioni
di vita della popolazione e non privilegiare esclusivamente la crescita economica
del Paese. “Non possiamo pensare di risolvere il problema della povertà – scrivono
i vescovi – utilizzando come risorse esclusivamente il turismo e l’estrazione mineraria”.
Quindi, i presuli auspicano l’instaurazione di una cultura della valutazione per il
servizio pubblico, alla quale dovrebbero prendere parte i ricercatori universitari,
i mass media, le associazioni civili e religiose. La dichiarazione è accompagnata,
poi, da un progetto elaborato dalla Commissione Giustizia e Pace della Conferenza
episcopale della Tanzania (TEC) e dai liberi professionisti cristiani del Paese: nel
documento, viene proposta la realizzazione di un regime pensionistico generale per
tutti i cittadini che abbiano più di 60 anni, l’assegnazione di un pasto gratuito
al giorno nelle scuole primarie, l’istituzione di un sussidio mensile per ogni bambino
disabile ed il rafforzamento del sistema di protezione sociale. Infine, la TEC auspica
un sistema educativo statale davvero “performativo” ed una corretta valutazione dei
bisogni sanitari di base. (I.P.)