Progressi ai colloqui sul programma nucleare iraniano
Arriverà domani a Teheran il direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica,
Mohamed El Baradei. L’incontro con le autorità iraniane s’inserisce nel buon esito
del vertice svoltosi ieri a Ginevra sul programma nucleare iraniano. Il gruppo dei
5+1, che riunisce i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu più la Germania,
ha espresso ottimismo per l’apertura agli ispettori internazionali dei siti nucleari
iraniani, ma non mancano segnali di scetticismo. Il premier israeliano, Benyamin Netanyahu,
giudica positivamente i risultati emersi dal vertice, ma avverte che per ora Teheran
"continua ad andare avanti" con i suoi piani. Il servizio di Barbara Schiavulli.
Inizio costruttivo,
ma servono fatti. L’avvertimento che il presidente Obama ha lanciato all’Iran nel
corso del vertice sul nucleare iraniano dei 5+1. Positivo anche il commento del ministro
degli Esteri iraniano, Mottaki, in visita alle Nazioni Unite a New York. Entro 14
giorni gli ispettori dell’Agenzia Nucleare dovranno visitare l’impianto clandestino
di Qom. Parziale accettazione, anche in vista delle possibili pressioni che la comunità
internazionale è pronta a siglare: sanzioni economiche contro Teheran, definite dalla
Casa Bianca “paralizzanti”. Ma l’America con il neo presidente non esclude che proprio
a Ginevra si possa avviare un dialogo diretto con l’Iran. Non a caso segna una svolta
la prima giornata a Ginevra, dove accanto ai colloqui tra iraniani e cinque grandi
– Usa, Russia, Gran Bretagna, Cina, più la Germania – si è assistito ad uno storico
incontro bilaterale tra il capo della delegazione iraniana e il sottosegretario americano
per gli Affari Politici, William Burns, dove si è discusso anche di diritti umani
e di come permettere all’Iran di arricchire l’uranio per scopi pacifici.
Dunque
l’ottimismo scaturito dai colloqui di Ginevra sembra giustificato dalla volontà di
proseguire sulla via del dialogo. Eppure la comunità internazionale e gli Usa in testa
sembrano ancora molto determinati a minacciare sanzioni severissime se Teheran non
accetterà gli ispettori dell’Aiea. Sentiamo Paolo Mastrolilli, esperto di politica
estera del quotidiano La Stampa, intervistato da Stefano Leszczynski:
R. – Considerando
le aspettative della vigilia, che erano molto basse, i colloqui sono stati un risultato
positivo. Intanto, perché sono avvenuti, poi perché da parte dell’Iran c’è stata la
disponibilità anche ad un colloquio bilaterale per discutere i diritti umani, e poi
perché ci sono stati degli impegni generici che sono stati presi, cioè quello di fare
visitare la centrale segreta di Qom nel giro di un paio di settimane e anche, forse,
di mandare all’estero l’uranio arricchito per essere elaborato, cosa che impedirebbe
all’Iran, se effettivamente esportasse questi materiali che ha prodotto nella loro
completezza, di costruire una bomba atomica.
D. –
Tuttavia, la posizione della comunità internazionale, e in particolare degli Stati
Uniti, è e rimane una posizione di severità …
R.
– Il problema è che l’Iran non è stato affidabile e credibile in passato. Appunto,
solo pochi giorni fa, durante il vertice dei G20 a Pittsburgh, gli Stati Uniti, la
Francia e la Gran Bretagna hanno annunciato che esisteva una centrale segreta e quando
accadono queste cose, la credibilità di un Paese viene scossa. Ora si tratta di vedere
se gli impegni che hanno preso gli iraniani sono sinceri, se c’è effettivamente la
volontà di dialogare oppure di prendere in giro l’Occidente per poi continuare a portare
avanti dei programmi segreti nucleari, finalizzati non solo all’attività civile ma
forse anche a quella militare.
D. – E’ stata posta
enfasi su questo incontro bilaterale avvenuto a margine del vertice …
R.
– L’importante è che il negoziatore Jalili abbia accettato di discutere a margine
della questione nucleare anche altri problemi aperti. Naturalmente, gli americani
hanno descritto questo incontro come una discussione molto franca, il che significa
– in termini diplomatici – che hanno parlato chiaramente di tutte le questioni aperte
e in particolare dei diritti umani. E’ importante che gli iraniani abbiano accettato
di affrontare questi temi; ora però, bisogna vedere nella pratica che cosa seguirà
al colloquio.