Nigeria: i vescovi esortano i fedeli a vivere la Parola di Dio per costruire una nazione
unita
Dedicare questo periodo di Quaresima e il tempo che rimane dell’Anno Paolino all’ascolto,
alla meditazione e alla testimonianza della Parola di Dio per rinnovarsi e costruire
una Nazione unita e prospera. È l’esortazione contenuta nel comunicato finale della
sessione primaverile della Conferenza episcopale nigeriana (CBCN), conclusasi sabato
ad Abuja. Il tema dell’assemblea, iniziata il 9 marzo, era appunto “La Parola di Dio
nella vita e nella missione della Chiesa in Nigeria”. Dopo avere espresso gratitudine
per la “continua crescita e vitalità della Chiesa in Nigeria”, ma anche per la grande
“reattività, potenzialità e intraprendenza” del popolo nigeriano, nel documento i
vescovi si soffermano sui problemi vecchi e nuovi che ostacolano la realizzazione
di un’unità nazionale compiuta e consolidata: dalle crisi irrisolte come quella nel
Delta del Niger, i conflitti religiosi nel Nord e quelli etnici in altre regioni,
alla “corruzione e l’appropriazione indebita di fondi pubblici che hanno messo in
ginocchio il Paese”, come dimostra “il collasso delle infrastrutture, la mancanza
delle comodità di base, il crescente numero di disoccupati e la costante diffusione
del crimine”. Ogni conflitto etnico, religioso o politico, rileva il testo, è “un’occasione
perduta nella costruzione della Nazione”. A minare la pace e l’unità della Nigeria
contribuiscono oggi anche gli effetti della crisi economica mondiale. I vescovi nigeriani
ricordano come a questa crisi abbia “contribuito in larga parte un materialismo sfrenato.
Ma il materialismo – osservano - non può essere l’unico fondamento su cui edificare
la Nazione. Essa deve essere costruita sui valori spirituali e morali: è la Parola
di Dio la luce che ci guida sulla strada verso l’unità nazionale. Dio parla per portare
tutti gli essere umani a vivere in amicizia con Lui e gli uni con gli altri come una
famiglia, senza discriminazioni di genere, lingua, razza, tribù, colore o religione.
La Parola di Dio trasforma la Nazione trasformando gli individui a cominciare dalla
famiglia, il primo luogo in cui essa andrebbe letta, insegnata e predicata in modo
che i suoi componenti diventino buoni discepoli e buoni cittadini. Il Verbo Incarnato
– prosegue il testo - illumina i valori insiti nelle nostre culture tradizionali africane”.
La trasmissione di questi valori passa attraverso l’educazione integrale della persona
umana: è quindi fondamentale – affermano i vescovi nigeriani - reinserire i valori
spirituali e morali nei programmi scolastici. Il testo ricorda, infine, il ruolo centrale
del dialogo interreligioso nella promozione della pace. Contrariamente a un’opinione
diffusa, non è la religione a minare l’unità della Nazione nigeriana, “bensì il suo
abuso” e la cattiva interpretazione dei testi sacri delle varie religioni. Essi dovrebbero
invece essere usati per formare credenti “rispettosi della dignità di ogni essere
umano”. A questo proposito i presuli esprimono grande apprezzamento per l’opera svolta
dal Consiglio interreligioso della Nigeria (NIREC) per promuovere il dialogo e la
comprensione tra le religioni nel Paese. (L.Z.)