2009-10-02 15:58:56

La Chiesa in Honduras condanna la sospensione delle garanzie costituzionali


Mentre mons. Juan José Pineda, uno dei vescovi ausiliari della capitale dell’Honduras, lavora per la ricerca “di un dialogo aperto e sincero” fra le parti con lo scopo di superare gli ostacoli al cosiddetto “Accordo di Tegucigalpa” proposto dal presidente della Costa Rica, Oscar Arias, la Pastorale sociale della Chiesa honduregna ha reso pubblica una nota sulla sospensione delle garanzie costituzionali. Il documento esprime “preoccupazione e costernazione” per la piega che ha preso la crisi del Paese e ribadisce l’impellente bisogno di lavorare tutti “per costruire una nazione capace di vivere nella pace, nella tranquillità e nella libertà”. Dopo l’analisi dell’acuirsi della crisi a seguito della destituzione, lo scorso 28 giugno, del presidente Manuel Zelaya, il documento definisce del tutto “sproporzionata” la misura del governo ad interim di Roberto Micheletti che, com’è noto, ha sospeso le garanzie costituzionali per 45 giorni. Si tratta, si legge nella nota, di un atto imposto che rappresenta “un ostacolo nel cammino del dialogo poiché lede i diritti fondamentali della persona, come la libertà di espressione, riunione e associazione”. La Pastorale sociale ritiene urgente il ripristino delle garanzie sancite nella Costituzione per evitare, tra l’altro, l’intensificarsi della paura tra la popolazione e l’aumento delle tensioni e dell’aggressività, tutte cose “che non aiutano a risolvere il problema reale del Paese”. Prima delle conclusioni, nella dichiarazione viene lanciato un “appello al dialogo, franco e veritiero, in grado di coinvolgere tutti i settori senza nessuna esclusione”. Questa strada, si aggiunge, “se sarà accompagnata da una riflessione matura”, potrà essere utile anche “per cercare, tutti insieme, gli spazi necessari per il consenso, evitando le imposizioni di posizioni politiche e d’interessi personali o di gruppo. Sarà il momento, dunque, di pensare al bene comune del Paese”. “Crediamo che il piano di vita che Dio ha per tutti, ci impegni come cittadini nella costruzione di una nazione in cui si incoraggi la convivenza rispettosa e dignitosa. Siamo convinti che solo con l’esercizio responsabile della libertà, possiamo lavorare per la difesa e la sicurezza della vita in quanto diritto e dovere di tutti”. Il documento ribadisce, infine, un appello urgente, nonché un sostegno convinto, alla “ricerca improrogabile della riconciliazione e della pace sociale nella cornice di un genuino stato di diritto che tutti desideriamo realizzare nel nostro Paese”. (A cura di Luis Badilla)







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