Domenica il monastero buddista di Bat Nha, nella provincia vietnamita di Lam Dong,
è stato attaccato da centinaia di poliziotti e milizie governative, negli altipiani
centrali del Vietnam. Secondo quanto riporta AsiaNews, l’assalto è iniziato alle 9
del mattino ed è durato tutto il giorno. Porte e finestre sono state distrutte per
dare la caccia a monaci e suore che cercavano riparo nei dormitori. Al termine dell’assalto
150 monaci e 230 monache sono stati caricati su bus governativi e allontanati. L’ordine
della polizia è stato di ritornare ai propri luoghi di origine. I religiosi allontanati
sono discepoli di Thich Nhat Hanh, il monaco buddista fuggito in esilio 40 anni fa
e rientrato nel 2005 su invito del governo. “Ci hanno picchiato in modo brutale, ci
hanno insultato – ha raccontato a Radio Free Asia (Rfa) uno dei monaci - Hanno fatto
a pezzi i nostri vestiti, per umiliarci, sfasciando qualsiasi cosa fosse alla loro
portata”. Quando i monaci hanno reagito riunendosi in preghiera, racconta, “loro ci
hanno preso a calci e trascinato a forza uno per uno nel cortile. Ci hanno lasciato
all’aperto, a sfidare la pioggia gelida che scendeva”. Le forze dell’ordine hanno
sequestrato il monastero, minacciando dure risposte contro quanti cerchino di rientrare
nel luogo di culto. Secondo gli esperti citati da AsiaNews, il cambiamento di politica
del governo è dovuto al desiderio di sequestrare i terreni del monastero. Per diversi
mesi forze governative hanno cercato invano di cacciare i monaci, poi tre mesi fa
c’è stato il primo assalto, al quale, il 2 settembre, è seguito il taglio dell’energia
elettrica e dell’acqua potabile. (V.F.)