Simposio del Movimento Shalom sul Sinodo per l'Africa
Servire con fiducia e speranza il Sinodo coinvolgendo le istituzioni, la società civile
ed ecclesiale e favorire le potenzialità spirituali e umane dell’Africa, per il suo
progresso sociale. Questi gli obiettivi del Simposio, organizzato dal Movimento Shalom
Onlus, dal titolo “Certezze e speranze: il Sinodo dei vescovi per l’Africa”, che si
svolge oggi presso la Pontificia Università Gregoriana. Il servizio di Alessandra
De Gaetano.
Dare un contributo
alla conoscenza delle finalità del secondo Sinodo per l’Africa, dal titolo “La Chiesa
in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia, della pace”. È la prerogativa
di questo incontro, rivolto a religiosi, laici e universitari. Ma qual è il significato
di questo Simposio? Don Steve Gaston Bobongaud, coordinatore
del gruppo africano del Movimento Shalom:
R. - E’
un momento di riflessione, prima dell’apertura ufficiale del Sinodo africano. Bisogna
ricordare che il Santo Padre in Africa aveva auspicato che fosse preparato il Sinodo
africano non soltanto dai vescovi, ma da tutti i popoli africani, da tutte le diocesi
e dalle associazioni. Noi abbiamo voluto contribuire a questo auspicio del Santo Padre.
D.
- Popoli, quelli dell’Africa che, con i loro valori, si fanno protagonisti nel cammino
ecclesiale in vista del Sinodo. Quali sono le caratteristiche della Chiesa in Africa?
Ascoltiamo don Brice Ibombo, segretario del simposio:
R.
– Una Chiesa allegra, viva e vivace. Impegnata a livelllo pastorale, a livello di
evangelizzazione, ma anche a livello di carità. I valori, tantissimi, sono soprattutto
la fraternità, perché la vita non appartiene ad un individuo, ma a tutta la comunità.
L’uomo è per la comunità non per se stesso. E poi c’è anche il valore della condivisione,
della solidarietà, della gioia. In Africa ora tanti soffrono, muoiono di fame, ma
c'è anche gioia, perché hanno fiducia in loro, nella vita, e godono della vita anche
senza niente.
D. - Riconciliazione, giustizia e pace
saranno i temi affrontati nel Sinodo. Quali sono le prossime sfide? Mons.
Andrea Cristiani, Fondatore del Movimento Shalom:
R.
– Credo che se noi riuscissimo ad investire tutto ciò che investiamo nelle armi per
tutelare la pace, lo investissimo in trattori, in sementi, in formazione, in cultura,
in scuole, ospedali, centri di accoglienza per i bambini, per le donne, penso che
la pace avrebbe una stabilità maggiore.