Si apre a Parigi la plenaria delle Conferenze episcopali d’Europa
Prenderà il via nel pomeriggio di oggi a Parigi l’Assemblea plenaria dei presidenti
delle Conferenze episcopali d’Europa, sotto l’egida del Consiglio delle Conferenze
Episcopali Europee. Una riunione, in programma fino al 4 ottobre, che intende approfondire
lo stati dei rapporti tra Chiesa cattolica e istituzioni nazionali, attraverso un’analisi
dell’inquadramento giuridico della Chiesa stessa nelle singole legislazioni. A vent’anni
dalla caduta del Muro di Berlino i rapporti tra le Chiese d’Europa e i relativi Stati
hanno subito profondi cambiamenti, generalmente in meglio, dato che la riconquistata
libertà ha permesso anche alle comunità ecclesiali dell’Est di poter vivere non più
come Chiese del silenzio. Tuttavia uno spettro si aggira ancora dall’Atlantico agli
Urali, uno spettro che il cardinale Péter Erdő chiama laicismo, in pratica il contrario
della sana laicità che è invece distinzione ma non ostilità reciproca, anzi, dove
è possibile dialogo e collaborazione. Così il primate di Ungheria, presidente del
Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee ha presentato ai giornalisti questa
mattina il tema principale dell’Assemblea, che riunirà i presidenti degli episcopati
nazionali dell’intero continente. “Lo Stato – ha detto Erdő – non deve identificarsi
con nessuna visione religiosa o filosofica, ma senza un minimo di valori condivisi
non è possibile perseguire il bene comune”. “Quindi, per un buon funzionamento della
cosa pubblica – ha aggiunto il porporato - è necessario il dialogo e noi vogliamo
contribuirvi”. Dell’argomento si parlerà durante i lavori dell’Assemblea che inizia
alle 17.00, insieme con i temi della bioetica e del gender, della comunicazione e
dell’Anno Sacerdotale, che saranno affrontati in singole sessioni. Domani appuntamento
d’eccezione all’Eliseo, dove il presidente francese, Nicolas Sarkozy, incontrerà i
cardinali e vescovi che fanno parte del Consiglio. Un’ulteriore conferma che nel Paese
della “laïcité” anche la religione ha di nuovo diritti di cittadinanza. (Da Parigi,
Mimmo Muolo)