2009-10-01 15:25:17

La Chiesa celebra la memoria di Santa Teresa di Lisieux


Patrona delle Missioni e Dottore della Chiesa: con questi titoli la Chiesa celebra la memoria liturgica di Santa Teresa di Lisieux. Entrata nell’ordine delle Carmelitane a soli 15 anni, di età, prese il nome di Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo. Ripercorriamo la sua vita, in questo servizio di Isabella Piro:RealAudioMP3

 
“Vorrei essere missionaria non soltanto per qualche anno, ma vorrei esserlo stata fin dalla creazione del mondo ed esserlo fino alla consumazione dei secoli”. Diceva così, Santa Teresa. Era nata ad Aleçon, in Normandia, nel 1873, ultima di otto figli. Cresciuta in una famiglia profondamente cristiana, aveva imparato la fede dai suoi genitori, Louis e Zélie Martin, beatificati proprio nel 2008. Poi, a soli 15 anni, la scelta di entrare nell’ordine delle Carmelitane. Data la giovane età, la decisione è accompagnata da un permesso speciale di Papa Leone XIII. Ma il fisico debole di Teresa non regge al rigore della clausura: la giovane si ammala di tubercolosi ed il 30 settembre 1897 muore. Una vita breve, ma intensa, la sua, che ci ha lasciato un carisma particolare, come ci spiega suor Filomena Adamo, Madre generale delle Piccole Suore di Santa Teresa del Bambino Gesù:

“E’ proprio quel particolare carisma di sapienza evangelica: un carisma che lei ha attinto dalla preghiera e dalla continua meditazione del Vangelo, nel quale ha saputo scoprire luci nuove. Diciamo, quindi, che è il dono della scienza, dell’amore divino”.

 
Nel 1925, Teresa di Lisieux sale agli onori degli altari. Nello stesso anno, viene proclamata “Patrona delle Missioni”, proprio lei che aveva visto la sua breve vita svolgersi all’interno di un monastero. Come spiegare questo? Ancora Suor Filomena:

 
“Teresa, patrona delle missioni, sembra umanamente una contraddizione pura. Ma se ci addentriamo più profondamente nella sua vita scopriamo che è un titolo che le sta proprio bene, con la sua vita vissuta intensamente, con un grande amore e un profondo respiro evangelico. Tenace com’era disse: 'Non posso essere missionaria di azione, ma voglio essere missionaria di amore'. E ci riuscì benissimo, perché sappiamo che l’amore è come la luce, non ha paura di barriere fisiche. In lei l’amore fu passione e azione. Sappiamo che quando Teresa era già consumata dalla tisi e faceva fatica a camminare, alle sue consorelle che le dicevano: 'Fermati, riposati, siediti', lei rispondeva: 'No, io cammino per un missionario, che chissà dove, in quale Paese, sta camminando e sta faticando per portare il Vangelo'”.

 
Nella sua pur breve vita, Santa Teresa scrisse molto. Oggi si ricorda, in particolare, la sua autobiografia, intitolata “Storia di un’anima” e il valore della “piccola via” alla spiritualità. Ma come metterla in pratica nella vita quotidiana? Ancora Suor Filomena:

 
“Vivere, come lei ci ha detto, abbandonati, fiduciosi, tra le braccia di Dio, come un bambino tra le braccia dei suoi genitori. Quindi, non abbattersi, non scoraggiarsi, ma crescere nell’umiltà, nella fiducia, nell’abbandono, sapendo che noi siamo i figli di quel grande Dio, che è Onnipotente, ma è soprattutto misericordioso”.

 
Dalle mura di un monastero, dunque, la spiritualità di Teresa si diffonde nel mondo ed assume un significato universale, diventando modello anche per i giovani di oggi:

 
“Io penso al modello di una giovane che ha vissuto la vita intensamente nei suoi grandi valori, quei valori di cui il cuore dell’uomo è veramente assetato: amore, pace, serenità, solidarietà. Teresa è un modello avvicinabile da tutti, proprio perché è la Santa della quotidianità, che viveva con passione e facendo le cose ordinarie non comunemente, ma con grande amore”.







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