A Ginevra il vertice tra Iran e gruppo 5+1, dopo la scoperta del nuovo impianto nucleare
a Qom
È cominciato stamattina alle 10, alle porte di Ginevra, il faccia a faccia tra il
gruppo 5+1 e l'Iran che si propone l'obiettivo di far ripartire i negoziati sul nucleare
iraniano, da 14 mesi ad un punto morto. Il servizio di Fausta Speranza:
Il
vertice ha luogo in un momento di alta tensione dopo la scoperta, solo alcuni giorni
fa, di un nuovo impianto per l'arricchimento dell'uranio a Qom, che ha aumentato le
inquietudini della comunità internazionale sulla possibilità che Teheran possa dotarsi
in tempi stretti di una bomba atomica. I negoziati sono condotti dall'Alto rappresentante
della politica estera della Ue, Javier Solana, insieme con i direttori politici del
gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna più la Germania). La delegazione
iraniana è guidata dal capo negoziatore Said Jalili. Il 5+1 vuole ottenere dall'Iran
garanzie precise sul fatto che i programmi nucleari su cui sta lavorando hanno scopi
solo civili: Teheran si è finora rifiutata di rispondere alle domande della comunità
internazionale e di aprire le porte agli ispettori dell'Agenzia per l'energia atomica
(Aiea), nonostante tre risoluzioni Onu abbiano imposto sanzioni. Le richieste di Ginevra
riguardano anche il secondo sito scoperto a Qom: le autorità iraniane hanno detto
di essere disponibili a fare entrare l'Aiea, ma non hanno fissato alcuna data per
le ispezioni.
Nelle prossime settimane Obama annuncerà
la nuova strategia per l’Afghanistan Il presidente degli Stati Uniti, Barack
Obama, annuncerà nelle prossime settimane quale sarà la nuova strategia statunitense
nei confronti dell'Afghanistan, e soprattutto se ci saranno modifiche di spicco. Il
prossimo vertice alla Casa Bianca - il terzo di una serie di cinque - è stato convocato
per il 7 ottobre, ha annunciato ieri sera il portavoce presidenziale Robert Gibbs,
al termine della riunione di ieri. Grazie ai droni e alle spie gli Usa stanno avendo
la meglio su al Qaeda, ma il conflitto in Afghanistan resta per Obama, un "conflitto
di necessità". Per rimettere a fuoco la strategia americana a partire dall'appuntamento
con l'ottavo anno di guerra, Obama ha riunito ieri nella "Situation Room" della Casa
Bianca il suoi consiglieri politici e militari. E lo stesso succederà precisamente
tra una settimana.
Pakistan L'80% della popolazione del Pakistan
è contraria ad una assistenza degli Stati Uniti nella lotta al terrorismo. Lo rivela
un sondaggio dell'International Republican Institute (Iri) di Washington, pubblicato
oggi dal quotidiano di Islamabad, "The Nation". Frutto di 4.900 interviste realizzate
fra luglio e agosto in quattro province afghane (ma non in quella esplosiva della
Frontiera del Nord-ovest e nelle Aree amministrate in modo federale alla frontiera
con l'Afghanistan), il sondaggio dell'Iri, organizzazione non governativa vicina al
Partito repubblicano, mostra un forte incremento del dissenso. Rispetto all'ultimo
rilevamento di marzo, i critici dell'assistenza Usa al Pakistan nella lotta al terrorismo
sono passati dal 61 all'80%.
Terremoti, tsunami e tifoni: quasi mille i
morti in Asia sudorientale e Pacifico Sale a 140 il numero dei morti nell’area
delle isole Samoa, devastata da uno tsunami martedì scorso. Settanta i villaggi distrutti
e centinaia i dispersi. Sempre nell’Asia sudorientale sale anche il bilancio delle
vittime causate dal tifone Ketsana: in Vietnam si è raggiunta quota 101 morti e 18
dispersi; nelle Filippine i morti sono 277 e 42 i dispersi. In Cambogia dove ieri
si è abbattuto il tifone i morti rimangono 11 mentre le inondazioni provocate dal
suo passaggio nel Laos hanno lasciato oltre tre milioni di persone senza casa. Massima
l’allerta per l’arrivo di un nuovo tifone che potrebbe abbattersi sulle Filippine
già da sabato.
La presidenza dell’Ecofin chiede a banche e mercati “un’era
di responsabilità” Senza una seria exit strategy per risanare i conti pubblici
deteriorati dalla crisi, “il rischio è che il debito pubblico della Ue arrivi al 100%
del Pil in pochi anni”: lo ha detto il ministro dell'Economia svedese, Anders Borg,
presidente di turno dell'Ecofin, il vertice dei ministri dell’Economia dei 27 Paesi
dell’Ue. Il gruppo concorda: il momento per disegnare le exit strategy dalle misure
eccezionali anti-crisi è “adesso”, ma per metterle in atto bisognerà attendere che
la ripresa sia consolidata. Le strategie di uscita, dunque, dovranno essere implementate
a partire dal 2011. Gli effetti della crisi, tuttavia, si fanno sempre più sentire
sulla crescita potenziale che, come ha sottolineato il commissario Ue agli Affari
economici e monetari Joaquin Almunia, “in Eurolandia si è dimezzata, passando dal
2% pre-crisi all'attuale 1% circa”. Borg ha anche lanciato un appello a banche e mercati:
basta con l'avidità nel settore Finanziario – ha detto – si deve inaugurare un'era
di responsabilità.
In Cina si festeggiano i 60 anni della Repubblica
Popolare Con una parata in cui hanno sfilato ottomila soldati la Repubblica
Popolare Cinese ha aperto la celebrazione dei 60 anni della sua fondazione. La sfilata
si è svolta in una Pechino predisposta per l’evento da ore ed è stata conclusa da
migliaia di bambini che hanno liberato palloncini nel cielo. Intanto un gruppo di
oltre 20 attivisti tibetani sono stati arrestati a New Delhi per aver tentato di entrare
nell’ambasciata della Cina in India, mentre in Nepal 38 esuli tibetani sono stati
arrestati in quanto sospettati di voler organizzare proteste contro le celebrazioni.
Le comunità tibetane indiane hanno in programma una serie di proteste che si protrarranno
per tutto il 2010 in commemorazione dei 50 anni del primo tentativo, non riuscito,
di spingere i cinesi fuori dalla loro terra. (Panoramica internazioanle a cura
di Fausta Speranza e Gaia Ciampi) Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LIII no. 274 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
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