Intervento di mons. Migliore all’Assemblea dell’Onu: rinnovare l’ordine internazionale
dall’interno del sistema delle Nazioni Unite
“Noi popoli delle Nazioni Unite”: occorre recuperare questa identità per dare risposta
alla crisi economica globale e alle tante sfide che sono di fronte all’umanità. Lo
ha affermato mons. Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso
l’ONU, intervenuto ieri alla 64 sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite,
in corso nel Palazzo di Vetro a New York. Il servizio di Roberta Gisotti. “Noi
popoli delle Nazioni Unite, decisi… a riaffermare la fede nei diritti fondamentali
dell’uomo, nella dignità e valore della persona umana, nell’eguaglianza dei diritti
degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole..” Così recita il preambolo
della Carta dell’Onu, approvata nel 1945: bisogna tornare a questi principi base,
ha detto l’arcivescovo Migliore, per “rinnovare l’ordine internazionale dall’interno,
dove si trovano le crisi vere”. Il rappresentante della Santa Sede ha auspicato un
migliore raccordo tra le riunioni del G8, del G20, gli incontri regionali e internazionali
e l’Assemblea dell’Onu, cosicché le soluzioni adottate possano riflettere i punti
di vista e le aspettative delle popolazioni di tutti i continenti. E ciò per trovare
“modi efficaci per connettere le decisioni dei vari gruppi di Paesi a quelle dell’Onu,
dove ogni nazione, con il suo peso politico ed economico può legittimamente esprimersi
in una situazione di equità con gli altri”. Del resto - ha osservato ancora il presule
- “più cresce l’interdipendenza dei popoli, più diventa evidente la necessità delle
Nazioni Unite. Il bisogno di avere un’organizzazione capace di rispondere agli ostacoli
e alla crescente complessità dei rapporti tra popoli e nazioni diventa impellente”. Da
non dimenticare - ha sottolineato mons. Migliore - che “ogni essere umano ha diritto
ad un buon governo, per cui, tutte le azioni sociali, a livello nazionale e internazionale,
contribuiscono direttamente o indirettamente a garantire a tutte le persone una vita
libera e dignitosa. Allo stesso tempo, è parte essenziale di questa dignità che ognuno
assuma la responsabilità delle sue azioni e attivamente rispetti la dignità degli
altri. I diritti esistono sempre - ha ricordato l’osservatore vaticano - inseparabilmente
dalle responsabilità e doveri. Questo si applica agli individui, donne e uomini, e
similarmente agli Stati, i cui veri progressi e affermazioni dipendono dalla loro
capacità di stabilire e mantenere relazioni responsabili con gli altri Stati e di
esprimere una responsabilità condivisa per i problemi del mondo.” In
questo ambito, l’arcivescovo ha voluto portare all’attenzione dell’Assemblea dell’Onu
la situazione di “sofferenza, frustrazione e privazioni” in cui versa il popolo honduregno
a causa del “prolungato rivolgimento politico”, ancora una volta chiedendo alle parti
coinvolte - a nome della Santa Sede - “di fare ogni sforzo per trovare una pronta
soluzione per il bene del popolo dell’Honduras”. Dalla tribuna
dell’Onu, mons. Migliore ha rinnovato la condanna della Santa Sede contro le politiche
e gli aiuti allo sviluppo che adottano programmi volti a scoraggiare la crescita demografica
di alcune popolazioni “con metodi e pratiche irrispettose dei diritti e della dignità
umana”. Infine, un richiamo alla prossima Conferenza sul clima
a Copenaghen dall’8 al 16 dicembre, con l'auspicio che le decisioni in merito “siano
prese come un imperativo morale e tradotte in norme legali, capaci di proteggere il
nostro pianeta e assicurare alla future generazioni un ambiente sano e sicuro”.