Speranza e solidarietà dei giovani di Kirkuk ai rifugiati cristiani in Iraq
Cinque giorni di preghiera e di solidarietà in un luogo dove la gente non ha nulla,
privata anche della sua dignità. È la testimonianza rilasciata al Sir di suor Anna
dell’arcidiocesi di Kirkuk, in Iraq che insieme a 80 giovani ha portato la speranza
alle famiglie cristiane del villaggio di Levo, vicino alla frontiera turca. I ragazzi,
appartenenti alla fraternità Emmaus di Kirkuk, hanno constatato la condizione in cui
versa la popolazione: non ci sono scuole, ospedali, mezzi di trasporto e lavoro. In
un villaggio in cui molte famiglie cristiane di Mosul e Baghdad hanno trovato rifugio
dalla violenza settaria manca la pastorale, la catechesi ed esiste soltanto una chiesa
dove la Santa Messa è celebrata solo la domenica, denuncia suor Anna. In questi cinque
giorni i giovani della fraternità hanno aiutato queste persone a pregare, dialogare
e soprattutto a sperare, attraverso tante attività e con gesti concreti come le visite
alle famiglie più bisognose, portando loro aiuti concreti. “L’Iraq di oggi non è solo
odio e violenza ma esprime anche gesti di bene e di solidarietà”, conclude suor Anna.
(M.P)