Usa: la maggioranza degli americani contraria a includere l'aborto nella riforma sanitaria
Anche tra i sostenitori della riforma sanitaria voluta dal Presidente Obama, la maggioranza
dei cittadini americani è contraria al finanziamento pubblico dell’aborto ed è favorevole,
invece, alla tutela della libertà di coscienza degli operatori sanitari. È quanto
emerge da un sondaggio di opinione commissionato dalla Conferenza episcopale degli
Stati Uniti (USCCB). L’indagine è stata effettuata tra il 16 e il 20 settembre dall’International
Communications Research di Philadelphia su un campione di 1.043 persone. Da essa risulta
che il 60% degli intervistati favorevoli alla riforma, si oppone a “misure che richiederebbero
ai contribuenti di pagare con le loro tasse anche la copertura dell’aborto”, mentre
appena il 25% è di avviso contrario. Analogamente, il 60% di questo gruppo di intervistati
è favorevole al mantenimento delle attuali leggi federali che tutelano l’obiezione
di coscienza, contro il 30% che vorrebbe modificarle. Queste percentuali salgono nel
campione complessivo comprendente anche i cittadini contrari alla riforma sanitaria.
“Il sondaggio – ha commentato Deirdre McQuade, portavoce del Segretariato per le attività
pro-vita della USCCB - conferma i risultati di altre recenti indagini. Ogni settimana
che passa risulta sempre più chiaro che l’opinione pubblica americana non vuole pagare
la copertura dell’aborto e che la riforma sanitaria venga usata per promuoverlo”,
ha detto la portavoce ricordando l’impegno dei vescovi americani “per assicurare che
la riforma della sanità tuteli i più deboli, in modo particolare i poveri, gli immigrati
e i non nati”. E a proposito di immigrazione, diversi vescovi hanno espresso l’auspicio
che la riforma possa beneficiare anche gli immigrati illegali. Una preoccupazione
manifestata da una delegazione di presuli ispanici durante un incontro, il 17 settembre,
con alcuni membri del Congresso. (L.Z.)