2009-09-28 15:53:37

Un centinaio di morti nelle Filippine devastate dal tifone Ketsana


Emergenza umanitaria nelle Filippine messe in ginocchio dalla furia del tifone tropicale Ketsana. Sono una novantina i morti accertati e centinaia i dispersi, mentre le segnalazioni di decine di altre vittime provengono dalle radio locali che in qualche modo coordinano i soccorsi. In prima linea negli aiuti anche la Conferenza episcopale filippina, che ha stanziato beni di prima necessità per 5 milioni di pesos, già distribuiti a Manila e in almeno cinque diocesi limitrofe alla capitale. La Caritas ha poi lanciato una raccolta fondi per proseguire le operazioni di soccorso. Ci aggiorna Stefano Vecchia:RealAudioMP3

Mentre davanti all’entità del disastro naturale - con migliaia di persone ancora isolate sui tetti delle case o nei rifugi di fortuna - il governo ha ammesso la sua sconfitta, 500 mila filippini sono in fuga dalle disastrose inondazioni, che sabato hanno colpito l’isola settentrionale di Luzon. In nove ore, sulla sola capitale Manila e sui 12 milioni di abitanti, si è riversata pioggia equivalente a quella dell’intera stagione monsonica. Le diverse aree della capitale – come anche quelle delle province limitrofe – sono state sommerse da una valanga d’acqua, alta fino a sei metri. La presidente Gloria Macapagal Arroyo ha proclamato uno stato di calamità naturale nell’area metropolitana della capitale e in 25 aree limitrofe, ma ha anche aperto il palazzo presidenziale alle attività di soccorso. Inizia a scarseggiare il cibo e l’acqua potabile. A due giorni dal passaggio del tifone si fa concreto il pericolo di malattie, soprattutto nelle aree ancora isolate. Difficile recapitare i soccorsi con i pochi elicotteri militari disponibili, impegnati continuamente nel lavoro di salvataggio e, in diverse aree, per gli sfollati è impossibile l’eccesso ai vicini centri di raccolta aperti tempestivamente. Anche la Conferenza episcopale filippina ha lanciato una campagna di soccorso in almeno cinque diocesi limitrofe alla capitale, affidando alle sue organizzazioni caritative la distribuzione dei generi di prima necessità – soprattutto il cibo – e lo studio di altre iniziative.







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