Il Papa ai Vespri nella Cattedrale di Praga: “La Chiesa non domanda privilegi, ma
solo di poter servire tutti con spirito evangelico”
Una Chiesa unita nell’amore per testimoniare la bellezza della fede in una società
ancora ferita dall’ideologia atea e affascinata dalla mentalità consumistica: è quanto
ha chiesto Benedetto XVI ai cattolici della Repubblica Ceca durante i Vespri celebrati
ieri pomeriggio nella Cattedrale di Praga con i sacerdoti, i religiosi e i rappresentanti
dei movimenti laici. Da Praga, il servizio del nostro inviato Sergio Centofanti:
La Cattedrale
dei Santi Vito, Venceslao e Adalberto è il cuore stesso della Chiesa nella Repubblica
Ceca: una stupenda mole gotica che con le sue torri innalzate verso il cielo attirano
con forza l’anima in alto. Qui sono custodite le reliquie di tanti martiri che lungo
i secoli hanno dato la loro testimonianza di fede in questa terra. Una cattedrale
tolta dal regime comunista a una Chiesa cui è solo permesso di usarla. “Lei viene
a visitare i suoi fratelli che sono in difficoltà – ha detto nel suo saluto il cardinale
arcivescovo di Praga Miloslav Vlk – noi non siamo una grande Chiesa. Se lei viene
da noi, non può esserci altro motivo che quello di confortarci”. Il Papa parla dei
tanti “vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli, che hanno resistito con
eroica fermezza alla persecuzione comunista, giungendo persino al sacrificio della
vita” traendo forza dal Vangelo: “Si sono lasciati affascinare da Gesù” che ha detto:
“Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15, 20):
“L’eroismo
dei testimoni della fede ricorda che solo dalla conoscenza personale e dal legame
profondo con Cristo è possibile trarre l’energia spirituale per realizzare appieno
la vocazione cristiana. Solo l’amore di Cristo rende efficace l’azione apostolica,
soprattutto nei momenti della difficoltà e della prova”. Benedetto
XVI invita questa comunità a restare unita nell’amore, ad avere “un cuore solo e un’anima
sola” ad essere “un corpo ben strutturato che ha Cristo come Capo, e nel quale ogni
membro agisce in armonia con il tutto”. “L’amore – ha aggiunto - risplenda in ogni
vostra parrocchia e comunità, nelle varie associazioni e movimenti”. Ora, infatti,
dopo “il lungo inverno della dittatura comunista” c’è la libertà, ma ci sono nuove
difficoltà:
“Voi avvertite però che anche oggi
non è facile vivere e testimoniare il Vangelo. La società reca ancora le ferite causate
dall’ideologia atea ed è spesso affascinata dalla moderna mentalità del consumismo
edonista, con una pericolosa crisi di valori umani e religiosi e la deriva di un dilagante
relativismo etico e culturale”. In
questo contesto la comunità cattolica è chiamata ad offrire il suo decisivo contributo
controcorrente: è già forte l’impegno della Caritas locale per i più poveri. Il Papa
esorta a guardare in modo particolare ai giovani, alla loro formazione, alle scuole
cattoliche. Il suo auspicio è quello di “una sempre crescente intesa con le altre
istituzioni sia pubbliche che private”:
“La Chiesa
– è sempre utile ripeterlo – non domanda privilegi, ma solo di poter operare liberamente
al servizio di tutti e con spirito evangelico”. Il
Papa ricorda infine alcune ricorrenze: i 280 anni della canonizzazione di San Giovanni
Nepomuceno, ucciso per non svelare i segreti del confessionale, l’80.mo della dedicazione
di questa Cattedrale intitolata a San Vito, un giovane “che preferì il martirio piuttosto
che tradire Cristo”; e ancora il 20.mo anniversario della canonizzazione di Sant’Agnese
di Praga, una principessa boema che scelse la povertà per seguire Gesù. Benedetto
XVI invita tutti i credenti a seguire questi esempi per essere sale “che dona sapore
alla vita”.