Il Papa ai Vespri: "La Chiesa non domanda privilegi, ma solo di poter servire tutti
con spirito evangelico". Il testo integrale dell'omelia
Ha chiuso la prima giornata del Papa in Cechia la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale
di San Vito. Rivolgendosi a vescovi, sacerdoti, religiosi e rappresentanti dei movimenti
laicali, il Papa ha rilevato che nonostante la libertà ritrovata anche oggi per i
credenti non è facile vivere e testimoniare il Vangelo: in questo contesto – ha concluso
– solo attraverso una relazione profonda con Cristo sarà possibile trarre l’energia
spirituale per realizzare appieno, nella carità, la vocazione cristiana. E poi: "La
Chiesa – è sempre utile ripeterlo – non domanda privilegi, ma solo di poter operare
liberamente al servizio di tutti e con spirito evangelico". Ecco il testo integrale
dell'omelia del Papa in occasione della celebrazione dei Vespri: Cari
fratelli e sorelle! Rivolgo a tutti voi il saluto
di san Paolo che abbiamo ascoltato nella lettura breve: Grazia a voi e pace da Dio,
Padre nostro! Lo rivolgo in primo luogo al Cardinale Arcivescovo, che ringrazio per
le sue cordiali parole. Estendo il mio saluto agli altri Cardinali e Presuli presenti,
ai sacerdoti e ai diaconi, ai seminaristi, ai religiosi e alle religiose, ai catechisti
e agli operatori pastorali, ai giovani e alle famiglie, alle associazioni e ai movimenti
ecclesiali. Ci troviamo raccolti questa sera
in un luogo a voi caro, che è segno visibile di quanto sia potente la grazia divina
che agisce nel cuore dei credenti. La bellezza di questo tempio millenario è infatti
testimonianza vivente della ricca storia di fede e di tradizione cristiana del vostro
popolo; una storia illuminata, in particolare, dalla fedeltà di coloro che hanno sigillato
la loro adesione a Cristo e alla Chiesa con il martirio. Penso alle figure dei santi
Venceslao, Adalberto e Giovanni Nepomuceno, pietre miliari del cammino della vostra
Chiesa, a cui si aggiungono gli esempi del giovane san Vito, che preferì il martirio
piuttosto che tradire Cristo, del monaco san Procopio e di santa Ludmilla. Penso alle
vicende di due Arcivescovi, nel secolo scorso, di questa Chiesa locale, i Cardinali
Josef Beran e František Tomášek, e di tanti Vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose
e fedeli, che hanno resistito con eroica fermezza alla persecuzione comunista, giungendo
persino al sacrificio della vita. Da dove hanno tratto forza questi coraggiosi amici
di Cristo se non dal Vangelo? Sì! Essi si sono lasciati affascinare da Gesù che ha
detto: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce
e mi segua” (Mt 16,24). Nell’ora della difficoltà hanno sentito risuonare nel cuore
quest’altra sua considerazione: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”
(Gv 15, 20). L’eroismo dei testimoni della fede
ricorda che solo dalla conoscenza personale e dal legame profondo con Cristo è possibile
trarre l’energia spirituale per realizzare appieno la vocazione cristiana. Solo l’amore
di Cristo rende efficace l’azione apostolica, soprattutto nei momenti della difficoltà
e della prova. Amare Cristo e i fratelli deve essere la caratteristica di ogni battezzato
e di ogni comunità. Negli Atti degli Apostoli leggiamo che “la moltitudine di coloro
che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola” (At 4,32). E Tertulliano,
un autore dei primi secoli, scriveva che i pagani rimanevano colpiti dall’amore che
legava i cristiani tra di loro (cfr Apologeticum XXXIX). Cari fratelli e sorelle,
imitate il divino Maestro che “non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare
la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10,45). L’amore risplenda in ogni vostra
parrocchia e comunità, nelle varie associazioni e movimenti. La vostra Chiesa, secondo
l’immagine di san Paolo, sia un corpo ben strutturato che ha Cristo come Capo, e nel
quale ogni membro agisce in armonia con il tutto. Alimentate l’amore di Cristo con
la preghiera e l’ascolto della sua parola; nutritevi di Lui nell’Eucaristia, e siate,
con la sua grazia, artefici di unità e di pace in ogni ambiente. Le
vostre comunità cristiane, dopo il lungo inverno della dittatura comunista, 20 anni
fa hanno ripreso ad esprimersi liberamente quando il vostro popolo, con gli eventi
avviati dalla manifestazione studentesca del 17 novembre del 1989, ha riacquistato
la propria libertà. Voi avvertite però che anche oggi non è facile vivere e testimoniare
il Vangelo. La società reca ancora le ferite causate dall’ideologia atea ed è spesso
affascinata dalla moderna mentalità del consumismo edonista, con una pericolosa crisi
di valori umani e religiosi e la deriva di un dilagante relativismo etico e culturale.
In questo contesto si rende urgente un rinnovato impegno da parte di tutte le componenti
ecclesiali per rafforzare i valori spirituali e morali nella vita della società odierna.
So che le vostre comunità sono già impegnate su molti fronti, in particolare nell’ambito
caritativo con le Caritas. La vostra attività pastorale abbracci con particolare zelo
il campo dell’educazione delle nuove generazioni. Le scuole cattoliche promuovano
il rispetto dell’uomo; si dedichi attenzione alla pastorale giovanile anche fuori
dell’ambito scolastico, senza trascurare le altre categorie di fedeli. Cristo è per
tutti! Auspico di cuore una sempre crescente intesa con le altre istituzioni sia pubbliche
che private. La Chiesa – è sempre utile ripeterlo – non domanda privilegi, ma solo
di poter operare liberamente al servizio di tutti e con spirito evangelico. Cari
fratelli e sorelle, vi doni il Signore di essere come il sale di cui parla il Vangelo,
quello che dona sapore alla vita, per essere fedeli operai nella vigna del Signore.
Tocca, in primo luogo, a voi, cari Vescovi e sacerdoti, lavorare instancabilmente
per il bene di quanti sono affidati alle vostre cure. Ispiratevi sempre all’immagine
evangelica del Buon Pastore, che conosce le sue pecore, le chiama per nome, le conduce
in luoghi sicuri, ed è disposto a dare se stesso per loro (cfr Gv 10,1-19). Care persone
consacrate, con la professione dei consigli evangelici voi richiamate il primato che
Dio deve avere nella vita di ogni essere umano, e, vivendo in fraternità, testimoniate
quanto arricchente sia la pratica del comandamento dell’amore (cfr Gv 13,34). Fedeli
a questa vocazione, aiuterete gli uomini e le donne del nostro tempo a lasciarsi affascinare
da Dio e dal Vangelo del suo Figlio (cfr Vita consecrata, 104). E voi, cari giovani,
che siete nei Seminari o nelle Case di formazione, preoccupatevi di acquisire una
solida preparazione culturale, spirituale e pastorale. In questo Anno Sacerdotale,
che ho indetto per commemorare il 150° anniversario della morte del Santo Curato d’Ars,
vi sia di esempio la figura di questo Pastore totalmente dedito a Dio e alle anime,
pienamente consapevole che proprio il suo ministero, animato dalla preghiera, era
il suo cammino di santificazione. Cari fratelli
e sorelle, varie ricorrenze ricordiamo quest’anno con animo grato al Signore: i 280
anni della canonizzazione di san Giovanni Nepomuceno, l’80° della dedicazione di questa
Cattedrale intitolata a san Vito e il 20° anniversario della canonizzazione di sant’Agnese
di Praga, evento che ha annunciato la liberazione del vostro Paese dall’oppressione
atea. Tanti motivi per proseguire il cammino ecclesiale con gioia ed entusiasmo contando
sulla materna intercessione di Maria, Madre di Dio, e di tutti i vostri Santi Protettori.
Amen!