2009-09-26 14:38:31

Crisi economica, contributo dei cattolici nella società e 20.mo della fine del comunismo tra i temi affrontati da Benedetto XVI nella conferenza stampa sul volo papale


Prima della partenza alla volta di Praga, il Papa è stato salutato all’aeroporto di Ciampino dal premier italiano, Silvio Berlusconi, appena rientrato in Italia dal G20 di Pittsburgh. Il premier era giunto a Ciampino prima dell’arrivo del Papa. Berlusconi ha conversato brevemente con il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e con le altre personalità del seguito tra cui il sostituto alla Segreteria di Stato, mons. Fernando Filoni, il cardinale vicario Agostino Vallini e il nunzio in Italia, mons. Giuseppe Bertello. Era anche presente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Quindi, all’arrivo del Papa, il premier italiano lo ha salutato ed ha scambiato brevemente alcune parole con il Santo Padre, parlando di temi internazionali, in particolare del G20 e lo ha poi accompagnato alla scaletta dell’aereo. E’ quanto rende noto il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi. E proprio padre Lombardi, raggiunto telefonicamente a Praga da Alessandro Gisotti ci riferisce sulla conferenza stampa tenuta da Benedetto XVI sul volo papale:RealAudioMP3

 Il Papa ha spiegato come la Repubblica Ceca sia la terra in cui si sono incontrate nel corso dei secoli prima la cultura slava con quella latina – ai tempi di Cirillo e Metodio – poi la cultura slava e quella germanofona ai tempi del Medioevo, del Rinascimento; e poi, in un tempo più vicino a noi, come sia stata la terra in cui si è vissuto con grande intensità il passaggio dai regimi comunisti alla libertà.

“La Repubblica Ceca ha sofferto di una dittatura comunista particolarmente rigorosa ma anche avuto una resistenza sia cattolica, sia laica, di grandissimo livello. Penso ai testi di Vaclav Havel che realmente hanno dato all’Europa un messaggio di cosa sia la libertà e come dobbiamo vivere e lavorare nella libertà”.

 
La terra ceca è quindi una terra che è stata luogo di tensioni, anche di confronti, ma pure – ha messo in rilievo il Papa – una terra-ponte in cui si sono vissuti grandi incontri a livello culturale, e quindi è una terra feconda, anche per guardare avanti nel cammino del continente europeo.
 
“La Chiesa (…) può contribuire in diversi settori. Direi che il primo è proprio il dialogo intellettuale tra agnostici e credenti. Ambedue hanno bisogno l’uno dell’altro: l’agnostico non può essere contento di non sapere se Dio esiste o no ma deve essere in ricerca e sentire la grande eredità della fede; il cattolico non può accontentarsi di avere la fede ma deve essere alla ricerca di Dio, ancor di più, e nel dialogo con gli altri ri-imparare Dio in modo più profondo”.

 
Qui il Papa è stato molto efficace nel parlare della Chiesa come di una minoranza che può essere “creativa”. Le minoranze, se sono creative, danno un contributo determinante al cammino della cultura e dei popoli. Rispondendo a proposito dell’eco della Enciclica “Caritas in veritate”, il Papa ha detto che il bilancio del dibattito su questa Enciclica è molto positivo.

 
“L’etica non è una cosa esteriore all’economia (…) ma l’etica è un principio interiore dell’economia che non funziona se non tiene conto dei valori umani della solidarietà, della responsabilità. (…) E’ questa la grande sfida del momento e spero di aver contribuito a questa sfida con l’Enciclica”.

C’è stata anche una domanda di carattere più personale, a proposito del piccolo incidente che il Papa ha avuto nel corso dell’estate.

 
“Vedete che la mano destra è in funzione e l’essenziale posso farlo: posso mangiare, e soprattutto posso scrivere. Il mio pensiero si sviluppa soprattutto scrivendo così per me è stata realmente una pena e anche una scuola di pazienza non poter scrivere per sei settimane”.

 
A questo ha dovuto rinunciare, ma ha utilizzato il tempo per leggere, per riflettere e adesso anche questa tappa è stata superata. Il Papa ha parlato anche del suo lavoro per la seconda parte del libro su Gesù, dicendo che spera che nonostante il ritardo dovuto, appunto, all’incidente di quest’estate, nella primavera prossima possa essere concluso. 







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