L'arcivescovo Marchetto illustra il significato del primo Incontro europeo per la
Pastorale della Strada, al via il 29 settembre in Vaticano
Prenderà spunto da un versetto del Vangelo di Luca - “Gesù in persona si accostò
e camminava con loro” (Lc 24,15) - il Primo Incontro europeo integrato per la Pastorale
della Strada, in programma in Vaticano, presso il Pontificio Consiglio della Pastorale
per i Migranti e gli Itineranti, dal 29 settembre al 2 ottobre prossimi. Dopo quello
dello scorso anno in America Latina, è il secondo di una serie di appuntamenti dedicati
a questa specifica Pastorale che si susseguono a livello continentale sempre per iniziativa
del dicastero vaticano. Alla vigilia dell’incontro la riflessione del segretario del
Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, arcivescovo
Agostino Marchetto, al microfono di Fabio Colagrande:
R. - Sono
molto soddisfatto delle risposte ricevute per questo Incontro. Vi saranno rappresentati
17 Paesi europei insieme a delegati di congregazioni religiose, associazioni, movimenti
e agenzie coinvolte nella cura pastorale della strada, oltre 70 partecipanti. Tale
interesse mostra che vi è un'evidente necessità di discutere e condividere in questo
importante ambito pastorale. Anche la nostra esperienza dello scorso anno in America
Latina lo ha evidenziato. Abbiamo basato i nostri quattro giorni insieme sulle quattro
distinte sub-sezioni trattate nei nostri "Orientamenti per la Pastorale della Strada",
pubblicati da questo dicastero nel 2007. Il documento abbraccia la pastorale della
strada in generale, gli automobilisti, i camionisti, i lavoratori delle ferrovie e
prevede lo sviluppo di una migliore etica della strada che porti ad accrescere la
sicurezza stradale, si occupa della liberazione delle donne di strada, della cura
dei ragazzi di strada e, infine, dei senza fissa dimora. Non è sempre facile trovare
una sintesi diretta di pastorale per questi gruppi, ma vi è una chiara connessione
per il fatto che la strada è diventata il luogo dove essi trascorrono gran parte della
vita e può diventare perfino la loro dimora. Molte di queste persone richiedono una
risposta pastorale specifica, in particolare quelli che sono più deboli e vulnerabili.
Quanti parteciperanno a questo Primo Incontro integrato europeo, in qualche modo,
hanno risposto a queste esigenze e stanno lavorando in un campo o nell'altro per portare
sostegno e, soprattutto, rispetto per la loro dignità, a chi è sulle strade. Credo
che nei prossimi giorni l'ascolto e la condivisione delle questioni pastorali non
solo porterà supporto e incoraggiamento, ma permetterà di apprendere gli uni dagli
altri, creandosi così una connessione ancora più ampia e una articolazione di collaborazione
nella risposta della Chiesa a quanti sono sulla strada e nelle strade. Infine, credo
che ciò di cui discutiamo qui in Europa possa essere di aiuto anche oltre i confini
del continente. Le nostre conclusioni dello scorso anno in America Latina stanno anche
iniziando - lo vedo - a dare i loro frutti in un contesto più ampio.
D.
- Lei ha già menzionato gli Orientamenti per la Pastorale della Strada. Ora, trascorsi
due anni dalla loro pubblicazione, Le sembra che il documento si sia rivelato utile
nell’ambito di questi settori della pastorale che riguardano la strada? R. - Permettetemi di dire che, già dal 2002, il Pontificio Consiglio si
era impegnato in un rilancio vigoroso della Pastorale della Strada, nel contesto mondiale
della mobilità umana. La necessità di redigere un documento specifico riguardante
questi temi emerse nel corso del Primo Incontro Europeo dei Direttori Nazionali dell'Apostolato
della Strada, del febbraio 2003, che aveva lo scopo di guidare e creare un coordinamento
tra tutto il lavoro ecclesiale intrapreso, inclusa la collaborazione con le autorità
civili per incoraggiare e stimolare le Conferenze episcopali dei vari Paesi a sviluppare
e approfondire tale cura pastorale, ove possibile. Nel 2007, con il titolo Orientamenti
per la Pastorale della Strada, furono pubblicati tali principi guida di azione e successivamente
tradotti in diverse lingue. Il fatto che alcune traduzioni del documento siano già
state adottate in modo indipendente come iniziativa di Conferenze episcopali, mostra
che molti li stanno scoprendo come strumento utile a sostenere la cura pastorale e
i relativi programmi. Durante le frequenti Visite ad Limina, qui a Roma, stiamo anche
notando un crescente interesse verso il documento e su come poterlo utilizzare al
meglio. Credo si tratti di un segnale importante del chiaro interesse della Chiesa
a questo settore pastorale e della ricerca del modo migliore per occuparsene.
D.
- Il vostro Incontro abbraccia un ampio panorama della pastorale in favore di quanti
si trovano sulla strada. Desidera indicare alcune priorità di impegno o di necessità
nei vari settori?
R. - Sarei restio ad affermare
che una categoria sia più importante di un’altra. Abbiamo a che fare con esseri umani,
con le loro vite e soprattutto con la loro dignità. Dobbiamo ricordare che ogni persona
è preziosa agli occhi di Dio e unica per Lui. Chiaramente le esigenze di coloro che
si trovano sulla strada sono difficili da colmare. Alcune di esse sono materiali,
umane, psicologiche ed anche spirituali. Alcuni chiedono aiuto, altri sono semplicemente
alla ricerca di significato e sintesi della loro vita. A questo proposito mi riferisco
alla differenza tra coloro che lavorano alla guida di camion, percorrendo lunghe distanze,
rispetto alla situazione di una donna vittima della tratta a scopo di prostituzione.
Lasciatemi dire che lo scorso anno 43.000 persone sono morte sulle strade in Europa
per incidenti stradali e circa 1 milione e 700.000 persone sono rimaste ferite. Ogni
incidente non è solo tragico per la perdita di vite umane, ma anche perché priva le
famiglie di padri, madri, bambini, per non parlare dei danni economici e sociali.
Non dobbiamo, inoltre, dimenticare che oggi nel continente europeo il 44% dei beni
viaggia su strada, portando la sua larga rappresentanza di camionisti di lungo percorso
con le loro particolari esigenze. Il problema della prostituzione, purtroppo, è in
aumento, come cresce la domanda con migliaia di donne, molte delle quali sono vittime
della tratta, catturate in una spirale da cui non sono in grado di liberarsi. Ci sono
anche 250.000 ragazzi che vivono sulle strade d'Europa, con quasi 3 milioni di senzatetto.
Ho scelto di presentare questi pochi dati statistici per dimostrare che è impossibile
individuare una categoria specifica più importante rispetto ad un’altra. Comunque
mi auguro che durante il nostro Incontro sarà possibile identificare alcune aree in
cui la Chiesa è chiamata a dare risposte adeguate a queste vaste esigenze. Abbiamo
bisogno continuamente di essere consapevoli della necessità di collaborare e lavorare
insieme, quando e ove possibile, con tutti gli altri organismi che stanno cercando
di raggiungere gli stessi o simili obiettivi. Soprattutto il nostro principale contributo
deve essere quello indicato nelle parole di Papa Benedetto XVI nella sua recente Enciclica
"Caritas in veritate": “Avere una missione di verità da realizzare, in ogni momento
e circostanza, per una società che è in sintonia con l'uomo, la sua dignità e la sua
vocazione”.