2009-09-25 16:06:27

L'arcivescovo Marchetto illustra il significato del primo Incontro europeo per la Pastorale della Strada, al via il 29 settembre in Vaticano


Prenderà spunto da un versetto del Vangelo di Luca - “Gesù in persona si accostò e camminava con loro” (Lc 24,15) - il Primo Incontro europeo integrato per la Pastorale della Strada, in programma in Vaticano, presso il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, dal 29 settembre al 2 ottobre prossimi. Dopo quello dello scorso anno in America Latina, è il secondo di una serie di appuntamenti dedicati a questa specifica Pastorale che si susseguono a livello continentale sempre per iniziativa del dicastero vaticano. Alla vigilia dell’incontro la riflessione del segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, arcivescovo Agostino Marchetto, al microfono di Fabio Colagrande:RealAudioMP3

R. - Sono molto soddisfatto delle risposte ricevute per questo Incontro. Vi saranno rappresentati 17 Paesi europei insieme a delegati di congregazioni religiose, associazioni, movimenti e agenzie coinvolte nella cura pastorale della strada, oltre 70 partecipanti. Tale interesse mostra che vi è un'evidente necessità di discutere e condividere in questo importante ambito pastorale. Anche la nostra esperienza dello scorso anno in America Latina lo ha evidenziato. Abbiamo basato i nostri quattro giorni insieme sulle quattro distinte sub-sezioni trattate nei nostri "Orientamenti per la Pastorale della Strada", pubblicati da questo dicastero nel 2007. Il documento abbraccia la pastorale della strada in generale, gli automobilisti, i camionisti, i lavoratori delle ferrovie e prevede lo sviluppo di una migliore etica della strada che porti ad accrescere la sicurezza stradale, si occupa della liberazione delle donne di strada, della cura dei ragazzi di strada e, infine, dei senza fissa dimora. Non è sempre facile trovare una sintesi diretta di pastorale per questi gruppi, ma vi è una chiara connessione per il fatto che la strada è diventata il luogo dove essi trascorrono gran parte della vita e può diventare perfino la loro dimora. Molte di queste persone richiedono una risposta pastorale specifica, in particolare quelli che sono più deboli e vulnerabili. Quanti parteciperanno a questo Primo Incontro integrato europeo, in qualche modo, hanno risposto a queste esigenze e stanno lavorando in un campo o nell'altro per portare sostegno e, soprattutto, rispetto per la loro dignità, a chi è sulle strade. Credo che nei prossimi giorni l'ascolto e la condivisione delle questioni pastorali non solo porterà supporto e incoraggiamento, ma permetterà di apprendere gli uni dagli altri, creandosi così una connessione ancora più ampia e una articolazione di collaborazione nella risposta della Chiesa a quanti sono sulla strada e nelle strade. Infine, credo che ciò di cui discutiamo qui in Europa possa essere di aiuto anche oltre i confini del continente. Le nostre conclusioni dello scorso anno in America Latina stanno anche iniziando - lo vedo - a dare i loro frutti in un contesto più ampio.

 
D. - Lei ha già menzionato gli Orientamenti per la Pastorale della Strada. Ora, trascorsi due anni dalla loro pubblicazione, Le sembra che il documento si sia rivelato utile nell’ambito di questi settori della pastorale che riguardano la strada?

R. - Permettetemi di dire che, già dal 2002, il Pontificio Consiglio si era impegnato in un rilancio vigoroso della Pastorale della Strada, nel contesto mondiale della mobilità umana. La necessità di redigere un documento specifico riguardante questi temi emerse nel corso del Primo Incontro Europeo dei Direttori Nazionali dell'Apostolato della Strada, del febbraio 2003, che aveva lo scopo di guidare e creare un coordinamento tra tutto il lavoro ecclesiale intrapreso, inclusa la collaborazione con le autorità civili per incoraggiare e stimolare le Conferenze episcopali dei vari Paesi a sviluppare e approfondire tale cura pastorale, ove possibile. Nel 2007, con il titolo Orientamenti per la Pastorale della Strada, furono pubblicati tali principi guida di azione e successivamente tradotti in diverse lingue. Il fatto che alcune traduzioni del documento siano già state adottate in modo indipendente come iniziativa di Conferenze episcopali, mostra che molti li stanno scoprendo come strumento utile a sostenere la cura pastorale e i relativi programmi. Durante le frequenti Visite ad Limina, qui a Roma, stiamo anche notando un crescente interesse verso il documento e su come poterlo utilizzare al meglio. Credo si tratti di un segnale importante del chiaro interesse della Chiesa a questo settore pastorale e della ricerca del modo migliore per occuparsene.

 
D. - Il vostro Incontro abbraccia un ampio panorama della pastorale in favore di quanti si trovano sulla strada. Desidera indicare alcune priorità di impegno o di necessità nei vari settori?

 
R. - Sarei restio ad affermare che una categoria sia più importante di un’altra. Abbiamo a che fare con esseri umani, con le loro vite e soprattutto con la loro dignità. Dobbiamo ricordare che ogni persona è preziosa agli occhi di Dio e unica per Lui. Chiaramente le esigenze di coloro che si trovano sulla strada sono difficili da colmare. Alcune di esse sono materiali, umane, psicologiche ed anche spirituali. Alcuni chiedono aiuto, altri sono semplicemente alla ricerca di significato e sintesi della loro vita. A questo proposito mi riferisco alla differenza tra coloro che lavorano alla guida di camion, percorrendo lunghe distanze, rispetto alla situazione di una donna vittima della tratta a scopo di prostituzione. Lasciatemi dire che lo scorso anno 43.000 persone sono morte sulle strade in Europa per incidenti stradali e circa 1 milione e 700.000 persone sono rimaste ferite. Ogni incidente non è solo tragico per la perdita di vite umane, ma anche perché priva le famiglie di padri, madri, bambini, per non parlare dei danni economici e sociali. Non dobbiamo, inoltre, dimenticare che oggi nel continente europeo il 44% dei beni viaggia su strada, portando la sua larga rappresentanza di camionisti di lungo percorso con le loro particolari esigenze. Il problema della prostituzione, purtroppo, è in aumento, come cresce la domanda con migliaia di donne, molte delle quali sono vittime della tratta, catturate in una spirale da cui non sono in grado di liberarsi. Ci sono anche 250.000 ragazzi che vivono sulle strade d'Europa, con quasi 3 milioni di senzatetto. Ho scelto di presentare questi pochi dati statistici per dimostrare che è impossibile individuare una categoria specifica più importante rispetto ad un’altra. Comunque mi auguro che durante il nostro Incontro sarà possibile identificare alcune aree in cui la Chiesa è chiamata a dare risposte adeguate a queste vaste esigenze. Abbiamo bisogno continuamente di essere consapevoli della necessità di collaborare e lavorare insieme, quando e ove possibile, con tutti gli altri organismi che stanno cercando di raggiungere gli stessi o simili obiettivi. Soprattutto il nostro principale contributo deve essere quello indicato nelle parole di Papa Benedetto XVI nella sua recente Enciclica "Caritas in veritate": “Avere una missione di verità da realizzare, in ogni momento e circostanza, per una società che è in sintonia con l'uomo, la sua dignità e la sua vocazione”.







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