Promuovere un'alleanza per l'educazione: così, il cardinale Ruini alla presentazione
del Rapporto-Proposta del progetto culturale della Cei
Promuovere nella società un'allenza per l'educazione: è questo lo scopo del volume
“La sfida educativa”, il Rapporto-Proposta curato dal Comitato per il progetto culturale
della Conferenza episcopale italiana presentato ieri a Roma e già da alcuni giorni
nelle librerie. Famiglia, scuola, comunità ecclesiale, mass media, sport, mondo del
lavoro: il Rapporto chiama in causa tutti gli ambiti in cui si dà educazione. Fornisce
ricerche empiriche che li riguardano, chiede loro di aprire un dibattito per rimettere
l'educazione, al di là dei tecnicismi, al centro dei riflettori e riflette sulla questione
antropologica, cioè la visione che si ha dell'uomo. La varietà degli ambiti affrontati
è stata evidenziata anche dai diversi relatori intervenuti ieri alla presentazione:
dal ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, alla presidente di Confindustria,
Emma Marcegaglia, fino al presidente della Rai, Paolo Garimberti. A prendere la parola,
ieri, anche il presidente del Comitato per il progetto culturale della Cei, il cardinale
Camillo Ruini, che in questa intervista di Debora Donnini si sofferma sul
significato dell'iniziativa:
R. – Il Rapporto
propone innanzitutto un’idea di educazione che non privilegi gli aspetti tecnici –
anch’essi importanti – ma piuttosto quelli che sono gli aspetti umani fondamentali.
Quindi non soltanto l’intelligenza, la capacità critica ma anche la capacità di voler
bene alla gente e di farsi voler bene, stare insieme e poi ancora la libertà. Una
libertà che sia però unita alla responsabilità. Da parte dell’educatore, invece, serve
credibilità. Il Rapporto si rivolge non solo alla Chiesa ma a tutta la società italiana
e vuole promuovere quella che potremmo chiamare “un’alleanza educativa”: i vari soggetti
responsabili – da quelli istituzionali agli stessi educatori, da chi ha in mano i
mezzi di comunicazione alla società nel suo complesso – devono rendersi conto di come
vada assolutamente data priorità alla formazione delle persone.
D. –
Perché si è arrivati a questa situazione di emergenza educativa? Forse una delle cause
è anche il diffondersi sempre più del nichilismo e del relativismo…
R.
– Credo che quest’ultimo sia davvero la ragione fondamentale. Ci saranno state tante
carenze pratiche ma l’educazione è per sua natura formazione dell’uomo. Se però viene
messa in discussione l’idea di uomo, se si elimina la sua superiorità sulla natura
- anche se è parte della natura - la sua apertura a Dio, la sua dignità inviolabile
allora per forza anche l’educazione si smarrisce. Dietro a questo Rapporto c’è un
invito a ripensare e a cambiare le idee dominanti della nostra società. Queste idee
tendono ad impoverire la società del suo capitale più prezioso, che è il capitale
umano e morale. Occorre invece rinvigorire questo capitale e ciò si potrà fare soltanto
riconoscendo veramente chi è l’uomo e non cedendo a riduzioni, ad amputazioni dell’uomo.