Dall'Università Tor Vergata di Roma, l'appello delle organizzazioni internazionali
per i diritti dei migranti
“Gli uomini della storia accanto. Integrazione, dialogo, solidarietà e diritti”: questo
il titolo della tavola rotonda che si è svolta ieri a Roma, presso l’Università di
Tor Vergata. Due ore di incontro per riflettere sull’immigrazione, soprattutto dal
punto di vista umano, ribadendo l’importanza della tutela dei diritti per tutti i
migranti indistintamente. Numerose le associazioni presenti, tra cui Amnesty International,
l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, Save the Children e l’Organizzazione internazionale
per le Migrazioni (Oim). L’evento è stato voluto dalla Fondazione O’ Scia’. C’era
per noi Isabella Piro:
(musica)
“Sono
stata fortunata. Nel mio Paese sarei morta o, peggio ancora, avrei scambiato una ciotola
di riso con una bomba e avrei ucciso”. La testimonianza di Zeinab Dolal, nata in Somalia
e giunta in Italia 20 anni fa, ha scosso i partecipanti alla tavola rotonda, dimostrando
che l’immigrazione è una chance per tutti. Oggi Zeinab è cittadina italiana e lavora
per la Comunità di Sant’Egidio. Ma per una che ce l’ha fatta, ce ne sono ancora tanti
che aspettano di avere un futuro: 191 milioni in tutto il mondo, secondo le stime
dell’Oim, che fuggono da un presente di povertà e guerra, in cerca di un lavoro, di
un ricongiungimento familiare, di una vita migliore. E tra loro, ci sono anche molti
bambini. Giulia Falzoi, rappresentante dell’Oim:
“I
bambini sono la parte più vulnerabile della migrazione - specialmente quando parliamo
di migranti minori non accompagnati - ma sono anche la speranza e il futuro, perché
sono le nuove generazioni, quelle che fanno da ponte culturale con il Paese di origine
e di destinazione e sono le generazioni su cui puntare e su cui costruire questa società
multiculturale che ormai non è soltanto una prospettiva ma è una realtà di fatto”. Gli
immigrati contribuiscono allo sviluppo sociale ed economico del Paese non solo d’origine,
ma anche di destinazione, si è detto durante i lavori. È grazie a loro, ad esempio,
se c’è una crescita demografica e una forza-lavoro giovane, senza contare che le rimesse
inviate nei Paesi d’origine ne migliorano le condizioni. Il migrante, quindi, è una
risorsa. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia:
“E’ una risorsa per il mercato del lavoro; è un’opportunità
di scambio, di incontro, di conoscenza ed è un titolare di diritti: troppo spesso,
questo lo si dimentica. Si parla di numeri, si parla di forza-lavoro, si parla di
problema, di criminalità, togliendo umanità alle persone e questo, ovviamente, fa
sì che politiche che violano i diritti umani siano facilmente digeribili da parte
dell'opinione pubblica e giustificabili dai mezzi d'informazione”. No
ai respingimenti tout-court, che non permettono di vagliare le domande dei richiedenti
asilo, si è ribadito nella tavola rotonda, ma no anche al lavoro nero, che crea sacche
di irregolarità, con il rischio di violenze e di criminalità. Perché chi emigra è
soprattutto un uomo, con diritti e doveri. Un concetto che viene ribadito da sette
anni sull’isola di Lampedusa, teatro di tanti sbarchi disperati. Qui si svolge “O’
Scia’”, la manifestazione musicale a favore del dialogo e dell’integrazione. Il suo
ideatore, il cantautore Claudio Baglioni:
“E'
nata quasi per caso, sette anni fa, un'estate, con un senso di disagio nell'essere
in un bel posto, vivere ore liete, bellissime, con un mare stupendo ma sapere che
quel mare ospitava anche delle storie molto meno belle. Ogni tanto, allora, ti chiedi:
"Che si fa? Si guarda da un'altra parte, si fa finta di niente?". Tutto ciò che possiamo
fare è tenere un riflettore ancora acceso, che prende luce e cerca di rimandarla agli
altri, a chi magari in quel momento vive un momento più di penombra, meno chiaro”. Quest’anno,
O’ Scià si svolgerà dal 30 settembre al 3 ottobre. Quattro giorni di musica e di emozioni
affacciati sul Mediterraneo, perché non sia solo un “mare nostro”, ma diventi “un
mare di tutti noi”.