Al via il Summit dell'Onu sul clima: si cerca un accordo in vista del vertice di Copenaghen
A New York si apre oggi il summit sul clima. Tutti i riflettori saranno puntati su
Stati Uniti, India e Cina. Il summit organizzato dal segretario generale dell’Onu
Ban Ki-moon, tenterà di far uscire dallo stallo i negoziati internazionali in vista
dell'appuntamento di Copenaghen a dicembre. Stefano Leszczynski ha intervistato
Luca De Fraia, segretario generale aggiunto di "Action Aid". Ascoltiamo:
R. – India
e Cina fanno parte dei Paesi emergenti, ovvero di quei Paesi che in maniera significativa
negli ultimi anni hanno cambiato la propria condizione economica e sociale, anche
attraverso un forte processo di industrializzazione. E quindi si attribuisce a loro
l’incremento maggiore delle emissioni di gas inquinanti. Questi Paesi sono piuttosto
cauti nell’accettare degli obiettivi di riduzione delle emissioni perché vedono in
questi obiettivi di riduzione un possibile impedimento al loro processo di industrializzazione
e sviluppo.
D. – Anche gli Stati Uniti hanno dimostrato,
con la nuova amministrazione, un nuovo interesse nelle politiche ambientali. C’è la
possibilità che cambi qualcosa in concreto?
R. –
Ricordiamo che gli Stati Uniti proprio qualche mese fa avevano preso alcune decisioni
importanti di ridurre – ad esempio – del 17 per cento le proprie emissioni. E’ un
testo fondamentale, per Obama. E’ stato ricordato che è la prima Assemblea generale
nella quale Obama interviene, e quindi ci si attende di capire il peso dell’orienamento
multilaterale che Obama intende dare alla sua amministrazione.
D.
– Il presidente della Commissione europea, Barroso, ha espresso timori di una impasse
nei negoziati, soprattutto in vista del vertice di Copenaghen …
R.
– Gli attenti osservatori di questi processi ci dicono che difficilmente a Copenaghen
sarà definito un accordo complessivo e definitivo sullo scenario post-Kyoto, quello
che – appunto – si occupa anche di emissioni di gas inquinanti, di CO2.
Questo, probabilmente, non è una sorpresa assoluta. Quantomeno, ci si attende che
a Copenaghen vengano definiti gli elementi fondamentali, la cornice di un accordo
che dev’essere poi raggiunto nei mesi successivi.
D.
– Quando si fa riferimento ai cambiamenti climatici, qual è il loro impatto sulla
vita quotidiana? Perché sono così importanti?
R.
– La crisi generata dai cambiamenti climatici è una crisi che avviene in presenza
di altri fattori destabilizzanti, come la crisi nel settore alimentare e della produzione
alimentare, la crisi nel settore petrolifero … Quindi, quello che si deve cercare
di valutare e di comprendere è la capacità dei Paesi in via di sviluppo di sostenere
l’impatto di questi elementi, di queste crisi convergenti. E già l’impatto di queste
crisi ci dice che abbiamo superato la quota del miliardo di persone che soffre di
fame. E in un mondo che soffre la fame, nessuno può stare bene …