Afghanistan: Obama prende tempo per ridefinire gli obiettivi della missione
Resta alta l’allerta in Afghanistan. All’indomani dell’omaggio dell’Italia ai 6 paracadutisti
uccisi nell’attentato di Kabul, la Nato propone una nuova strategia per il Paese asiatico
ma chiede più uomini presenti sul territorio. Il presidente americano Obama sta prendendo
tempo, in attesa di un quadro più completo mentre pieno sostegno alla richiesta di
un maggior dispiegamento di forze - proposta dal generale Stanley McCrystal comandante
delle truppe Nato in Afghanistan - è arrivato dal presidente afgano Karzai. “E’ l’approccio
giusto” ha detto il capo del Paese asiatico. Benedetta Capelli ha chiesto un
parere in merito al generale in congedo Luigi Caligaris:
R. – Comincerei
col consigliare a chiunque parli di Afghanistan di omettere la parola “strategia”
perché è diventato quasi un gioco Non c’è una strategia e su questo non c’è dubbio:
la strategia non può essere soltanto militare, ma anche politica e poi quella militare
dev’essere molto chiara e condivisa da tutti i partecipanti. Il fatto d’inviare di
volta in volta qualche migliaio o qualche centinaio di soldati per fare cosa non si
sa bene, è una dimostrazione di solidarietà politico-militare ma non è una strategia.
D.
– Quali sono, allora, le cose da correggere? R. – Primo: ci
vuole una chiara condivisione dell’obiettivo strategico. Quest’obiettivo non può essere
soltanto l’Afghanistan ma bisogna guardare anche verso il Pakistan, che forse è un
problema ancora più grave e non può essere dissociato da quello afghano. Bisogna poi
che tutte quelle forze che vengono inviate a Kabul condividano le stesse regole d’ingaggi.
Abbiamo visto che il sistema dell’esportazione della democrazia non funziona, tantomeno
in Paesi come l’Afghanistan che sono divisi in comunità antagoniste tra loro. D.
– Quindi cosa si deve fare? R. – Si deve alzare il tiro e pensare
veramente in termini strategici, cosa che non abbiamo fatto finora. Credo che il problema
vada rivisitato con molta più sobrietà, non con dei luoghi comuni, non inviando cento,
duecento, mille o diecimila soldati in più ma chiedendo a quei soldati di fare delle
cose ben chiare, ricevere ordini chiari, avere un sostegno chiaro dal proprio Paese
e rendere la cosa razionale e logica.