Vescovi svizzeri: partire dalla famiglia per la riconciliazione nel mondo
Il perdono è compito del cuore, speriamo che la Chiesa in Svizzera diventi esempio
e fermento di riconciliazione. È l’auspicio rivolto dai vescovi svizzeri in occasione
della festa nazionale di grazia, di penitenza e di preghiera conclusasi ieri a Friburgo.
Nella lettera pastorale, riportata dall’Osservatore Romano, i vescovi parlano delle
tante notizie di guerre e conflitti in Medio Oriente, in Africa e in Asia come il
risultato dell’odio e dell’intransigenza. Ricordando che il 2009 è l’anno della riconciliazione
nel mondo promosso dall’Onu, i vescovi hanno sottolineato l’obiettivo della Commissione
per la giustizia e la pace: “operare a favore della giustizia, della pace e della
riconciliazione nel mondo e nel nostro Paese”. Nella lettera pastorale, l’episcopato
elvetico sottolinea anche alcuni dei problemi della società svizzera: tensioni con
gli immigrati, scontri politici e sociali tra la Svizzera francese, tedesca e quella
italiana. Ma le questioni più preoccupanti, continua la lettera, sono le incomprensioni
all’interno della famiglia, tra genitori e figli e tra fratelli per problemi legati
all’eredità. Il tema che più preoccupa i presuli resta comunque il numero crescente
di divorzi all’interno del Paese. “Non servono solo grandi azioni internazionali a
favore della pace ma bisogna partire dalla famiglia, dai luoghi di lavoro, dalle parrocchie
perché solo se gli sforzi di riconciliazione partono da tali contesti si potranno
avere successi altrove”. Tutti gli sforzi per una guarigione della società devono
essere riconducibili al perdono, conclude la lettera. (M.P.)