2009-09-21 17:07:30

"Afronline": un nuovo sito di informazione sull'Africa e dall'Africa


A quindici anni dal primo Sinodo per l’Africa, dal 4 al 25 ottobre i Padri Sinodali torneranno a riunirsi in Vaticano, in occasione della seconda Assemblea Speciale per l’Africa. Riconciliazione, giustizia e pace sono i temi al centro della discussione Sinodale, valori che devono essere veicolati anche per mezzo di un uso libero e coerente delle tecnologie mediatiche, come suggerisce l’Instrumentum Laboris, il documento che contiene le linee-guida del Sinodo. Come noto, oggi i media africani subiscono spesso l’ingerenza politica o di gruppi di parte, mentre quelli occidentali coprono solo determinati eventi. Silvia Koch ha intervistato Riccardo Bonacina, del Progetto Afro, riguardo alle caratteristiche dell’informazione sull’Africa e alla possibilità di dare voce alle produzioni giornalistiche locali anche sui media internazionali. Ascolta l'intervista: RealAudioMP3

Di seguito riportiamo un estratto dell'inervista.

D. - Perché alcune realtà africane vengono dimenticate dai media internazionali?

R. - Questo è un vizio tipico dei media occidentali, che interpretano l’informazione come un atto unilaterale concepito al centro, dai poteri forti. L’Africa soffre di quest’informazione elaborata all’esterno e la sua voce, il suo racconto riescono difficilmente a emergere.

D. - Quali sono le conseguenze di un deficit di mediatizzazione?

R. -È come se si guardasse attraverso una lente, che difficilmente coglie la realtà vera. Di conseguenza, si ripete spesso il binomio Africa-emergenza: fanno “notizia” solo le guerre, le crisi umanitarie, i cosiddetti “diamanti insanguinati” o l’eventuale episodio di chiusura alla cooperazione internazionale da parte di un dittatore. Ma al di là di questo, sappiamo pochissimo del cinema, della musica e dell’arte africana. Questo continente ha bisogno di una lente che faccia emergere i suoi colori.

D. - Quali benefici può portare la cooperazione internazionale in ambito mediatico?

R. - I partenariati fra media europei e africani possono costituire ottime occasioni di stimolo e scambio di competenze per i giornalisti, come anche importanti canali di accesso a risorse, infrastrutture e finanziamenti. Bisogna elaborare modi per dare voce alle piccole redazioni locali, ai suoi giornalisti e a tutte le esperienze che nascono dal basso, dalla società civile. Mi auguro che i giornalisti occidentali colgano queste opportunità per prestare ascolto al racconto dell’Africa fatto non dai giganti dell’informazione, dalle agenzie di stampa globali, ma dagli africani.








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