2009-09-20 14:30:14

Il ricordo del beato Carlo d’Asburgo nelle parole del card. Rodè


"Un uomo di pietà profonda, animato da un profondo amore verso il suo popolo. Un principe giusto che ha dedicato la sua vita alla difesa e al rispetto delle libertà costituzionali, ispirandosi sempre ai principi del Vangelo". Con queste parole il card. Franc Rodè, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrati e le Società di vita apostoliche, ha ricordato nella sua omelia ad Anversa il beato Carlo d’Asburgo, in occasione ieri della festa in suo onore. "Nato nel 1887 al castello di Persenbeug, pronipote di Francesco Giuseppe, Carlo d’Asburgo – ricorda il porporato – divenne imperatore a 29 anni, in piena guerra mondiale. Il giorno della morte del vecchio imperatore, il 21 novembre 1916, si inginocchiò davanti all'immagine della Madonna, la corona in mano, accettando da Dio la dignità imperiale". Dal momento in cui salì al trono intraprese negoziati in vista di un armistizio con la Francia e l'Inghilterra. Nella primavera del 1917 è il solo capo di Stato che accoglie l'appello di Benedetto XV a mettere fine all'«inutile strage» della guerra. Appoggia le trattative segrete per la pace avviate da Sisto di Borbone-Parma, soprattutto si sente investito di una autorità che gli viene da Dio, ma esercita il potere con modestia in uno spirito di umile servizio a Dio e agli uomini. Il card. Rodè esorta a riconoscere il valore esemplare della civilizzazione operata dalla dinastia degli Asburgo. "Essa -sostiene il porporato- potrebbe servire da modello all’Europa nel suo processo di unificazione, ricondandoci che l’economia e la tecnocrazia da sole non bastano a dare un fondamento solido alla sua costruzione; contro la deriva del materialismo e del nazionalismo si impone all’Europa un riconoscimento e un ritorno ai suoi fondamenti spirituali, alle sue radici cristiane". (C.S.)







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