2009-09-19 14:51:32

Lettera di Benedetto XVI al cardinale Rodé, Inviato Speciale per il millennio dell'arcidiocesi romena di Alba Iulia


“Siano queste celebrazioni l’occasione per accrescere il fervore religioso delle anime e per rafforzare la loro fede”. E’ quanto scrive il Papa nella Lettera al cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, nominato Inviato Speciale alle celebrazioni del millennio dell’arcidiocesi di Alba Iulia, in Romania, che avranno luogo il prossimo 29 settembre. È una ricorrenza di grande importanza, sottolinea Benedetto XVI che, al suo Inviato chiede di esprimere la propria vicinanza alla Chiesa locale e di portare la propria benedizione. L’arcidiocesi venne fondata nell’anno 1009 da Santo Stefano, re d’Ungheria, con il nome di Transilvania; veniva identificata anche con la denominazione ungherese di Erdély (“oltre la foresta”, “trans silvam”) e tedesca di Siebenbürgen (“sette borghi”). Fu una delle dieci fondazioni vescovili del Santo re magiaro ed è posta sotto il patrocinio dell’Arcangelo Michele. Fino al 1930 fu suffraganea della Metropolia di Kalocsa (Ungheria); passò quindi a far parte della provincia ecclesiastica di Bucarest negli anni 1930-1991. Il 22 marzo 1932 il nome della diocesi fu mutato in quello di “Alba Iulia”; con questa denominazione il Papa Giovanni Paolo II la elevava al rango di arcidiocesi il 5 agosto 1991, dichiarandola “immediatamente soggetta alla Santa Sede”. La maestosa Cattedrale di San Michele, che ospiterà il 29 settembre la celebrazione conclusiva del millennio, fu innalzata tra il 12.mo e il 13.mo secolo in stile romanico-gotico sul sito della chiesa primitiva; consta di tre navate incrociate da un transetto e si completa con una possente torre quadrangolare. Tra il 1565 e il 1715 il tempio ospitò il culto dei protestanti della Transilvania, prima di tornare definitivamente alla Chiesa Cattolica nel 1716. Ricca di opere d’arte e di preziose testimonianze spirituali, la Cattedrale custodisce una lapide commemorativa del vescovo Áron Márton, pastore diocesano negli anni 1938-1980, imprigionato nelle carceri comuniste a Sighet per aver difeso i suoi concittadini cattolici, ortodossi o ebrei, senza distinzione di religione o razza. Attualmente, l’arcidiocesi annovera 441mila fedeli, il 95% dei quali di nazionalità ungherese, distribuiti in 271 parrocchie; si tratta della minoranza più consistente a livello nazionale, con un milione e mezzo di persone, alla quale si aggiungono gruppi tedeschi, cechi, bulgari e slovacchi. Con la realtà multietnica si intreccia quella ecumenica: ci sono infatti fedeli cattolici di rito latino, bizantino e armeno, ortodossi, riformati, protestanti, unitariani.







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