Chiesa del Kenya: governo incapace di fronteggiare violenze, corruzione e povertà
“Siamo estremamente preoccupati per il notevole incremento dei conflitti di frontiera
in Kenya, in particolare con Somalia, Sudan, Etiopia e Uganda. Così i membri delle
Commissioni “Giustizia e Pace” di tutte le diocesi del Kenya, che denunciano l'incapacità
dello Stato a fronteggiare le violenze e ad assicurare protezione ai suoi cittadini.
Le dispute di confine, l’insicurezza causata dalla criminalità dilagante, i danni
ambientali, la situazione degli sfollati interni, l’impunità e la corruzione e la
riforma della Costituzione: sono alcuni dei problemi per i quali la Chiesa cattolica
sollecita il governo affinché trovi una soluzione definitiva per le centinaia di migliaia
di persone che ancora vivono nei campi per sfollati, dopo essere fuggiti dalle loro
case. Nel Paese si è infatti registrato un incremento dei crimini violenti e dell’uso
politico della violenza soprattutto a seguito delle contestate elezioni presidenziali
di fine dicembre 2007 che provocarono forti disordini. “La violenza organizzata ha
distrutto l'identità africana e questo sta avvenendo attraverso l'istigazione e lo
sfruttamento da parte dell'élite politica”, afferma il documento finale della Commissione
“Giustizia e Pace”. Il documento inoltre ricorda la missione della Chiesa, quella
di dare voce ai senza voce, essere solidali con gli oppressi. La Dottrina sociale
della Chiesa, continua il comunicato, diventa giudice e difensore dei diritti violati
e non riconosciuti, in particolare di quelli dei poveri, degli ultimi e dei deboli.
(M.P.)