L'omelia del Papa nella Messa per gli ex-allievi: la fede non è moralismo, ma l'incontro
con la Verità in persona
La Sala Stampa vaticana ha pubblicato oggi l’omelia che Benedetto XVI ha pronunciato
in tedesco durante la celebrazione eucaristica con il circolo dei suoi ex-alunni,
domenica 30 agosto a Castel Gandolfo. Il Papa nell’occasione aveva affrontato il tema
della purezza dell'uomo davanti a Dio e il rapporto tra la legge e l’amore. Ce ne
parla Sergio Centofanti.
Il cristianesimo
- afferma il Papa - non è una forma di “moralismo” perché “non siamo noi a creare
ciò che è buono” ma è la Verità che “ci viene incontro … Egli, che è la Verità e l’Amore
–, ci prende per mano, compenetra il nostro essere. Nella misura in cui ci lasciamo
toccare da Lui, in cui l’incontro diventa amicizia e amore, diventiamo noi stessi,
a partire della sua purezza, persone pure e poi persone che amano con il suo amore,
persone che introducono anche altri nella sua purezza e nel suo amore”.
Il
Papa sottolinea il fatto che “non siamo come pecore senza pastore, che non sanno dove
sia la via giusta. Dio si è manifestato. Egli stesso ci indica la strada. Conosciamo
la sua volontà e con ciò la verità che conta nella nostra vita”. La gioia – ha detto
- è questa: la verità che da soli non potevamo trovare c’è stata rivelata da Dio
stesso. “È un dono immeritato che ci rende allo stesso tempo umili e lieti”.
“Dio
– ha proseguito il Pontefice - ci ha mostrato gratuitamente il suo volto, la sua volontà,
se stesso. Se questa gioia riemergerà in noi essa toccherà anche il cuore dei non-credenti.
Senza questa gioia noi non siamo convincenti. Dove, però, tale gioia è presente, essa
– anche senza volerlo – possiede una forza missionaria. Suscita, infatti, negli uomini
la domanda se non si trovi forse veramente qui la via – se questa gioia non guidi
forse effettivamente sulle tracce di Dio stesso”.
Il
Papa parla del rapporto tra osservanza della Legge e amore. “Non siamo più servi ma
amici” ci dice Gesù. “La Legge non è più una prescrizione per persone non libere,
ma è il contatto con l’amore di Dio – l’essere introdotti a far parte della famiglia,
atto che ci rende liberi e ‘perfetti’”. Allora – rileva Benedetto XVI - “la Legge,
come parola dell’amore, non è una contraddizione alla libertà, ma un rinnovamento
dal di dentro mediante l’amicizia con Dio”. Infine eleva questa preghiera a Dio: “purificaci
nella verità. Sii tu la Verità che ci rende puri. Fa’ che mediante l’amicizia con
te diventiamo liberi e così veramente figli di Dio, fa’ che diventiamo capaci di sedere
alla tua mensa e di diffondere in questo mondo la luce della tua purezza e bontà”.