2009-09-14 16:07:36

La Chiesa argentina: garantire libertà e pluralismo nei mass media


Da alcuni giorni l’opinione pubblica argentina è molto divisa su un progetto di legge del presidente, Cristina Fernández de Kirchner, ora allo studio di alcune commissioni del Parlamento, che si propone di introdurre una drastica riforma nell’ambito dei mass-media audiovisivi. Sulla stampa locale osservatori e analisti affermano che si tratta di uno scontro tra il governo e l’importante quotidiano “El Clarin”, fortemente critico sulle politiche dell’Amministrazione di Cristina Fernández. Presentando la sua iniziativa, giorni fa il presidente ha affermato “che la libertà di espressione non può essere trasformata in libertà di estorsione. La libertà di stampa non va mai confusa con la libertà dei proprietari dei mezzi di comunicazione”. Ad ogni modo da più parti, fuori e dentro i confini argentini, sono state sollevate molte critiche, oltre a essere stati palesati anche timori sul futuro della libertà di stampa nel Paese. La potente Società Interamericana della stampa (Sip), in un comunicato, ha chiesto al Congresso una “discussione senza fretta e senza passioni”, sottolineando che il “diritto del cittadino ad essere correttamente informato non va mai messo in discussione”. Uno degli aspetti più criticati del progetto - che secondo molti è diretto contro “El Clarin” - riguarda la nuova regolamentazione sulla proprietà di canali televisivi in chiaro e/o criptati e le regioni del Paese dove entrerebbero in vigore modalità proprietarie differenti. Fin dall'inizo, la Chiesa argentina, tramite il presidente della commissione episcopale per i mezzi di comunicazione sociale, mons. Agustín Radrizzani, ha chiesto serenità ed equilibrio augurandosi che si eviti la fretta così come le posizioni chiuse al dialogo. Lo scorso 10 settembre, intervenendo brevemente ad un’audizione di una commissione del Congresso, il presule ha ribadito: “Riteniamo della massima importanza che il dibattito su questa legge si svolga in una cornice razionale, garantendo la partecipazione dei cittadini ed evitanto qualsiasi manipolazione dell’informazione a beneficio solo di pochi”. D’altra parte, mons. Radrizzani ha anche definito come fondamentale la presa di misure adeguate “onde impedire che il potere economico controlli la politica delle comunicazioni così come che la politica eviti la ricerca d’interessi economici o ideologici attraverso l’utilizzo dei media”. Occorre, secondo i vescovi argentini, “mantenere lo spirito sulla base del quale è stata concepita la legge”, vale dire “partecipazione plurale e democratica”; esigenze, ha precisato il presule, “che andrebbero rispettate nella fase della discussione, della regolamentazione pratica e dell’applicazione”. Infine, mons. Radrizzani ha insistito molto sulla necessità di “rispettare i valori della nostra nazione e delle nostre radici cristiane”, così come la piena libertà di espressione, “in particolare dei più poveri” e il pieno “accesso di tutti i cittadini all’informazione”. Infine, il rappresentante della conferenza episcopale ha augurato "una nuova legge che sia frutto di un ampio e generoso accordo fra tutti gli argentini”. (A cura di Luis Badilla)







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