2009-09-14 16:12:36

Il primo ottobre, a colloquio sul nucleare l’Iran e il gruppo dei 5+1


Un incontro tra l'Iran e il gruppo di Paesi 5+1 che conducono il confronto con Teheran sul suo programma nucleare, è stato programmato per il primo ottobre. La decisione è stata presa durante un colloquio telefonico tra il capo negoziatore iraniano, Said Jalili, e l'Alto commissario della Ue per la politica estera comune, Javier Solana. La sede dell'incontro non è stata ancora indicata. Del gruppo 5+1 fanno parte i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, cioè Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna, più la Germania. Mercoledì l'Iran ha presentato ai 5+1 un "pacchetto" di proposte per avviare trattative e Solana fa sapere che l’incontro del primo ottobre servirà per avere da Teheran maggiori informazioni al proposito. Ieri, però, il presidente iraniano Ahmadinejad ha riaffermato che Teheran considera ormai “chiusa” la questione del proprio programma nucleare e che quindi non è intenzionata a “negoziare i suoi inalienabili diritti”.

Iran: si è aperto il quinto processo ai riformisti anti-Ahmadinejad
È cominciato oggi il quinto processo a sei militanti riformisti tra cui spicca Abdollah Momeni, noto dirigente del movimento studentesco. Ammonta a 160 il numero delle persone comparse davanti alla Corte nelle scorse settimane, dopo gli arresti in seguito alle proteste contro la rielezione del presidente iraniano Ahmadinejad. Tra loro un ex ministro, tre ex vice ministri e un ex portavoce governativo. Finora non si è avuta notizia di alcuna sentenza. Intanto è stata resa nota oggi la notizia dell’uccisione avvenuta due giorni fa di Mamusta Borhan Ali, noto religioso sunnita iraniano sostenitore di Ahmadinejad.

Netanyahu: nessun congelamento delle colonie ma solo alcune concessioni
Sì a concessioni per facilitare la ripresa del negoziato con i palestinesi, no a “un congelamento totale” degli insediamenti di coloni ebrei nei territori occupati. È questa la posizione ribadita oggi dal premier israeliano, Benyamin Netanyahu, alla vigilia di un incontro delicato con l'emissario del presidente americano Barack Obama per il Medio Oriente, George Mitchell, rinviato a domani a causa dell'odierno funerale di Assaf Ramon, il giovane pilota - figlio dell'astronauta israeliano perito nel disastro dello shuttle Columbia del 2003 - morto in un incidente aereo. Reduce da una visita-lampo al Cairo, dove il presidente egiziano, Mubarak, è tornato a sollecitare lo stop delle attività di colonizzazione chiesto anche da Washington, il primo ministro ha toccato stamattina l'argomento dinanzi alla commissione Esteri e Difesa della Knesset (il parlamento israeliano). Quanto a Gerusalemme est (annessa da Israele dal 1967, ma considerata anch'essa area occupata dalla comunità internazionale), il premier ha detto che “Gerusalemme non è un insediamento e quindi le costruzioni proseguiranno in modo usuale”.

Pakistan: 18 morti durante la distribuzione gratuita di farina
A Karachi, in Pakistan, almeno 18 persone, tutte donne o bambini, sono morte in una ressa per accaparrarsi sacchi di farina distribuiti gratuitamente da una ditta privata. Decine di persone sono rimaste ferite. Intanto, un missile lanciato da un drone americano ha ucciso almeno otto persone nella regione tribale pachistana del Waziristan del Nord, al confine con l'Afghanistan, considerata una delle roccaforti talebane nel Paese.

Afghanistan
Un soldato britannico è stato ucciso in un conflitto a fuoco nella zona di Babaji, provincia di Helmand, in Afghanistan. Il militare apparteneva al II battaglione, Reggimento Duke of Lancaster. Salgono così a 214 i caduti britannici dall'inizio delle operazioni nel 2001. Intanto, la Camera alta del Parlamento afghano ha contestato la liberazione del giornalista Sayed Pervez Kambakhsh, che era stato condannato a morte - pena poi commutata in appello in venti anni di carcere - per blasfemia per un articolo in cui si occupava dei diritti delle donne. Kambakhsh, 24 anni, che aveva scaricato da Internet e pubblicato in Afghanistan un articolo iraniano in difesa dei diritti delle donne nel quale si sosteneva che Maometto li ignorò, ha passato due anni in carcere e, in seguito a una mobilitazione mondiale in suo favore, ha ricevuto la grazia presidenziale ed ha lasciato l'Afghanistan, come si è appreso lunedì scorso da fonti vicine al giornalista.

Messaggio audio di Osama Bin Laden: Obama non ha cambiato la politica Usa
Il leader di Al Qaeda, Osama bin Laden, ha lanciato un monito al popolo americano sugli stretti legami del loro governo con Israele, in un messaggio audio all'apparenza inedito diffuso su un sito islamista spesso usato da sostenitori dell'organizzazione terroristica. Nell'audio, Bin Laden dice che non c'è stato un vero cambiamento nella politica Usa, perchè il presidente Obama ha mantenuto esponenti della precedente amministrazione Bush, come il segretario alla Difesa Robert Gates.

Iraq: sarà rilasciato domani il giornalista che lanciò la scarpa contro Bush
Slitta a domani “per formalità di tipo amministrativo” la scarcerazione del giornalista iracheno Muntazer al Zaidi, che l’anno scorso lanciò una scarpa all’allora presidente Usa George W. Bush. Inizialmente il giornalista era stato condannato a tre anni di carcere, ma in aprile la pena era stata ridotta ad un anno data la sua giovane età, il suo essere incensurato e le motivazioni del suo gesto.

Soldato turco ucciso in scontri con militanti del Pkk: ieri uccisi tre militanti
Un soldato turco è rimasto ucciso oggi nel corso di un'operazione contro un gruppo di militanti del separatista Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk). Lo ha reso noto l'emittente privata Ntv. Gli scontri si sono verificati nei pressi della località turca di Cukurca, presso la frontiera con l'Iraq, la stessa dove ieri sono rimasti uccisi tre militanti del Pkk. Il Pkk, che da anni si batte per un Kurdistan indipendente sul territorio turco, lo scorso primo settembre ha annunciato di aver prolungato sino alla fine del mese sacro del Ramadan - ovvero il 22 settembre - una tregua unilaterale ma non riconosciuta dalle autorità turche.

È sempre più critica la situazione nella capitale della Somalia
Proseguono i combattimenti a Mogadiscio tra i guerriglieri islamici shabaab e le forze governative, appoggiate da una missione dell’Unione africana. Negli ultimi quattro mesi, i morti sono stati centinaia e gli sfollati hanno raggiunto quota 250.000. Da Mogadiscio, Matteo Fagotto:RealAudioMP3

La città assediata dalle milizie islamiche dello Shabaab e abbandonata da più di metà della popolazione sta vivendo il Ramadan più sanguinoso degli ultimi vent’anni. Solo nell’ultima settimana i morti sono stati più di 40, per la maggior parte donne e bambini, vittime di una guerra senza quartiere che non risparmia nessuno. Devastata da quasi vent’anni di guerra civile, alla mercé di bande e di rapitori pronti a vendersi al miglior offerente, Mogadiscio assomiglia sempre più a una città fantasma. Alle quattro del pomeriggio i negozi chiudono e la gente si rintana in casa lasciando le strade in mano alle milizie islamiche che si contendono i quartieri a colpi di kalashnikov e rpg. Da una parte all’altra della Makkah Al Mukarramah, la strada principale che taglia la città da nord a sud, lo Shabaab e le truppe del governo di transizione si scontrano per il controllo delle aree vitali di Mogadiscio: porti, aeroporti e linee di rifornimento che le autorità somale mantengono a fatica, grazie anche al supporto dei cinquemila uomini della missione di pace dell’Unione africana. Senza il supporto economico della comunità internazionale, senza un esercito e con una marina costretta a operare senza navi, il governo di transizione è in difficoltà contro una ribellione islamica che diventa ogni giorno più forte e aggressiva. Ormai apertamente affiliato ad Al Qaeda, lo Shabaab mira a rovesciare il presidente Sheikh Sharif e fare della Somalia una testa di ponte per la creazione di un regno islamico nel Corno d’Africa dove addestrare martiri e terroristi, una minaccia che molti somali sperano stimoli la comunità internazionale a interessarsi a una crisi che non conosce fine, costata la vita a più di un milione di persone.

 
16 morti, tra cui 4 bambini, per il maltempo in Algeria
L'ondata di maltempo che da mercoledì scorso si sta abbattendo sulle regione centrali dell'Algeria ha fatto fino ad oggi 16 morti, tra cui quattro bambini. Due persone sono morte sabato a Biskra e M'sila (sud-est) mentre altre 8 sono state travolte dalle acque di un torrente stagionale in piena nella regione di El Bayahd, 700 km a sud-ovest di Algeri. Vicino a Naama, sempre nel sud-ovest algerino, quattro membri di una stessa famiglia sono stati travolti mentre si trovavano a bordo della loro auto. Nella stessa zona un uomo è deceduto dopo essere stato colpito da un fulmine. Giovedì, è morto a causa del maltempo il sotto prefetto di Laghouat, 400 km a sud di Algeri.

Il presidente italiano Napolitano in Corea del Sud
Con un appello alla ripresa dei negoziati sul nucleare, sono cominciati gli incontri ufficiali a Seul del presidente italiano Giorgio Napolitano, accompagnato dalla moglie e dal ministro degli Esteri, Frattini. Nell’incontro con il presidente coreano Lee Myung-bak, Napolitano ha discusso della questione per il disarmo nucleare della Corea del Nord, incoraggiando la ripresa dei colloqui, interrotti a dicembre per volontà di Pyongyang. Sembra che la Corea del Nord rifiuti al momento colloqui a 6 e chieda invece bilaterali con gli Usa. Tra Roma e Seul c’è sintonia su molti temi internazionali, dalla riforma dell’Onu alla conduzione delle crisi internazionali. Inoltre, l’Italia caldeggia le iniziative della Corea del Sud per la distensione dei rapporti con la Corea del Nord lanciate nel 2003. Nell’agenda degli incontri del presidente Napolitano, anche due inaugurazioni: della nuova sede dell’Ambasciata d’Italia a Seul e del “Progetto Milano Design city” ospitato dalla città di Incheon, a un’ora e mezza dalla capitale. Nell’ambito della visita, che terminerà il 16 settembre, anche colloqui di stampo economico e commerciali.

 
Elezioni in Norvegia
Nelle quadriennali elezioni politiche che si svolgono oggi in Norvegia tutto è ancora incerto. Alle urne sono chiamati 3 milioni e 800 mila elettori. Il servizio di Vincenzo Lanza:RealAudioMP3

 
La campagna elettorale si è svolta senza attacchi personali tra i leader degli otto partiti che hanno invece puntato sopratutto a far capire quali fossero le posizioni pratiche dei rispettivi partiti. Il premier socialdemocratico, il 40enne Jens Stoltenberg, capo della coalizione governativa negli ultimi quattro anni assieme al Partito di Centro ed a quello Socialista di Sinistra, crede e spera in una riconferma del suo centro-sinistra che è riuscito a far superare alla Norvegia le conseguenze della recente crisi economica mondiale che ha sfiorato il Paese senza eccessivi danni. La coalizione dei partiti di Centro-Destra all'opposizione, quelli del Progresso, dei Conservatori, dei Liberali e dei Cristiano-Popolari, naviga invece in acque alquanto tumultuose che potrebbero placarsi - in parte - solo dopo una non prevedibile comune e chiara maggioranza ottenuta eventualmente con i voti odierni. Oggetto principale di discordia nel Centro-Destra è la eventuale alleanza con il Partito del Progresso, un partito populista balzato al secondo posto nelle elezioni di quattro anni fa e che potrebbe decisamente condizionare proprio un eventuale governo di centro-destra. La 40enne leader di tale partito del Progresso, l’economista Siv Jensen, fonda il programma del proprio partito su irrevocabili principi quali drastico ostacolo all'immigrazione, notevole riduzione delle tasse ed ulteriore sfruttamento dei ricchi giacimenti petroliferi sottomarini. Giacimenti di cui la Norvegia dispone nei fondali del Mar del Nord nell'area delle Isole Lofoten, con enormi rischi per possibili incidenti e inquinamenti dovuti alla fuoriuscita di petrolio in quell'area che per il merluzzo pescato costituisce un vero e proprio Eldorado per le casse statali norvegesi. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 257

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