Il primo ottobre, a colloquio sul nucleare l’Iran e il gruppo dei 5+1
Un incontro tra l'Iran e il gruppo di Paesi 5+1 che conducono il confronto con Teheran
sul suo programma nucleare, è stato programmato per il primo ottobre. La decisione
è stata presa durante un colloquio telefonico tra il capo negoziatore iraniano, Said
Jalili, e l'Alto commissario della Ue per la politica estera comune, Javier Solana.
La sede dell'incontro non è stata ancora indicata. Del gruppo 5+1 fanno parte i cinque
membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, cioè Usa, Russia, Cina, Francia
e Gran Bretagna, più la Germania. Mercoledì l'Iran ha presentato ai 5+1 un "pacchetto"
di proposte per avviare trattative e Solana fa sapere che l’incontro del primo ottobre
servirà per avere da Teheran maggiori informazioni al proposito. Ieri, però, il presidente
iraniano Ahmadinejad ha riaffermato che Teheran considera ormai “chiusa” la questione
del proprio programma nucleare e che quindi non è intenzionata a “negoziare i suoi
inalienabili diritti”.
Iran: si è aperto il quinto processo ai riformisti
anti-Ahmadinejad È cominciato oggi il quinto processo a sei militanti riformisti
tra cui spicca Abdollah Momeni, noto dirigente del movimento studentesco. Ammonta
a 160 il numero delle persone comparse davanti alla Corte nelle scorse settimane,
dopo gli arresti in seguito alle proteste contro la rielezione del presidente iraniano
Ahmadinejad. Tra loro un ex ministro, tre ex vice ministri e un ex portavoce governativo.
Finora non si è avuta notizia di alcuna sentenza. Intanto è stata resa nota oggi la
notizia dell’uccisione avvenuta due giorni fa di Mamusta Borhan Ali, noto religioso
sunnita iraniano sostenitore di Ahmadinejad.
Netanyahu: nessun congelamento
delle colonie ma solo alcune concessioni Sì a concessioni per facilitare la
ripresa del negoziato con i palestinesi, no a “un congelamento totale” degli insediamenti
di coloni ebrei nei territori occupati. È questa la posizione ribadita oggi dal premier
israeliano, Benyamin Netanyahu, alla vigilia di un incontro delicato con l'emissario
del presidente americano Barack Obama per il Medio Oriente, George Mitchell, rinviato
a domani a causa dell'odierno funerale di Assaf Ramon, il giovane pilota - figlio
dell'astronauta israeliano perito nel disastro dello shuttle Columbia del 2003 - morto
in un incidente aereo. Reduce da una visita-lampo al Cairo, dove il presidente egiziano,
Mubarak, è tornato a sollecitare lo stop delle attività di colonizzazione chiesto
anche da Washington, il primo ministro ha toccato stamattina l'argomento dinanzi alla
commissione Esteri e Difesa della Knesset (il parlamento israeliano). Quanto a Gerusalemme
est (annessa da Israele dal 1967, ma considerata anch'essa area occupata dalla comunità
internazionale), il premier ha detto che “Gerusalemme non è un insediamento e quindi
le costruzioni proseguiranno in modo usuale”.
Pakistan: 18 morti durante
la distribuzione gratuita di farina A Karachi, in Pakistan, almeno 18 persone,
tutte donne o bambini, sono morte in una ressa per accaparrarsi sacchi di farina distribuiti
gratuitamente da una ditta privata. Decine di persone sono rimaste ferite. Intanto,
un missile lanciato da un drone americano ha ucciso almeno otto persone nella regione
tribale pachistana del Waziristan del Nord, al confine con l'Afghanistan, considerata
una delle roccaforti talebane nel Paese.
Afghanistan Un soldato britannico
è stato ucciso in un conflitto a fuoco nella zona di Babaji, provincia di Helmand,
in Afghanistan. Il militare apparteneva al II battaglione, Reggimento Duke of Lancaster.
Salgono così a 214 i caduti britannici dall'inizio delle operazioni nel 2001. Intanto,
la Camera alta del Parlamento afghano ha contestato la liberazione del giornalista
Sayed Pervez Kambakhsh, che era stato condannato a morte - pena poi commutata in appello
in venti anni di carcere - per blasfemia per un articolo in cui si occupava dei diritti
delle donne. Kambakhsh, 24 anni, che aveva scaricato da Internet e pubblicato in Afghanistan
un articolo iraniano in difesa dei diritti delle donne nel quale si sosteneva che
Maometto li ignorò, ha passato due anni in carcere e, in seguito a una mobilitazione
mondiale in suo favore, ha ricevuto la grazia presidenziale ed ha lasciato l'Afghanistan,
come si è appreso lunedì scorso da fonti vicine al giornalista.
Messaggio
audio di Osama Bin Laden: Obama non ha cambiato la politica Usa Il leader di
Al Qaeda, Osama bin Laden, ha lanciato un monito al popolo americano sugli stretti
legami del loro governo con Israele, in un messaggio audio all'apparenza inedito diffuso
su un sito islamista spesso usato da sostenitori dell'organizzazione terroristica.
Nell'audio, Bin Laden dice che non c'è stato un vero cambiamento nella politica Usa,
perchè il presidente Obama ha mantenuto esponenti della precedente amministrazione
Bush, come il segretario alla Difesa Robert Gates.
Iraq: sarà rilasciato
domani il giornalista che lanciò la scarpa contro Bush Slitta a domani “per
formalità di tipo amministrativo” la scarcerazione del giornalista iracheno Muntazer
al Zaidi, che l’anno scorso lanciò una scarpa all’allora presidente Usa George W.
Bush. Inizialmente il giornalista era stato condannato a tre anni di carcere, ma in
aprile la pena era stata ridotta ad un anno data la sua giovane età, il suo essere
incensurato e le motivazioni del suo gesto.
Soldato turco ucciso in scontri
con militanti del Pkk: ieri uccisi tre militanti Un soldato turco è rimasto
ucciso oggi nel corso di un'operazione contro un gruppo di militanti del separatista
Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk). Lo ha reso noto l'emittente privata Ntv.
Gli scontri si sono verificati nei pressi della località turca di Cukurca, presso
la frontiera con l'Iraq, la stessa dove ieri sono rimasti uccisi tre militanti del
Pkk. Il Pkk, che da anni si batte per un Kurdistan indipendente sul territorio turco,
lo scorso primo settembre ha annunciato di aver prolungato sino alla fine del mese
sacro del Ramadan - ovvero il 22 settembre - una tregua unilaterale ma non riconosciuta
dalle autorità turche.
È sempre più critica la situazione nella capitale
della Somalia Proseguono i combattimenti a Mogadiscio tra i guerriglieri islamici
shabaab e le forze governative, appoggiate da una missione dell’Unione africana. Negli
ultimi quattro mesi, i morti sono stati centinaia e gli sfollati hanno raggiunto quota
250.000. Da Mogadiscio, Matteo Fagotto:
La città
assediata dalle milizie islamiche dello Shabaab e abbandonata da più di metà della
popolazione sta vivendo il Ramadan più sanguinoso degli ultimi vent’anni. Solo nell’ultima
settimana i morti sono stati più di 40, per la maggior parte donne e bambini, vittime
di una guerra senza quartiere che non risparmia nessuno. Devastata da quasi vent’anni
di guerra civile, alla mercé di bande e di rapitori pronti a vendersi al miglior offerente,
Mogadiscio assomiglia sempre più a una città fantasma. Alle quattro del pomeriggio
i negozi chiudono e la gente si rintana in casa lasciando le strade in mano alle milizie
islamiche che si contendono i quartieri a colpi di kalashnikov e rpg. Da una parte
all’altra della Makkah Al Mukarramah,la
strada principale che taglia la città da nord a sud, lo Shabaab e le truppe del governo
di transizione si scontrano per il controllo delle aree vitali di Mogadiscio: porti,
aeroporti e linee di rifornimento che le autorità somale mantengono a fatica, grazie
anche al supporto dei cinquemila uomini della missione di pace dell’Unione africana.
Senza il supporto economico della comunità internazionale, senza un esercito e con
una marina costretta a operare senza navi, il governo di transizione è in difficoltà
contro una ribellione islamica che diventa ogni giorno più forte e aggressiva. Ormai
apertamente affiliato ad Al Qaeda, lo Shabaab mira a rovesciare il presidente Sheikh
Sharif e fare della Somalia una testa di ponte per la creazione di un regno islamico
nel Corno d’Africa dove addestrare martiri e terroristi, una minaccia che molti somali
sperano stimoli la comunità internazionale a interessarsi a una crisi che non conosce
fine, costata la vita a più di un milione di persone.
16
morti, tra cui 4 bambini, per il maltempo in Algeria L'ondata di maltempo che
da mercoledì scorso si sta abbattendo sulle regione centrali dell'Algeria ha fatto
fino ad oggi 16 morti, tra cui quattro bambini. Due persone sono morte sabato a Biskra
e M'sila (sud-est) mentre altre 8 sono state travolte dalle acque di un torrente stagionale
in piena nella regione di El Bayahd, 700 km a sud-ovest di Algeri. Vicino a Naama,
sempre nel sud-ovest algerino, quattro membri di una stessa famiglia sono stati travolti
mentre si trovavano a bordo della loro auto. Nella stessa zona un uomo è deceduto
dopo essere stato colpito da un fulmine. Giovedì, è morto a causa del maltempo il
sotto prefetto di Laghouat, 400 km a sud di Algeri.
Il presidente italiano
Napolitano in Corea del Sud Con un appello alla ripresa dei negoziati sul nucleare,
sono cominciati gli incontri ufficiali a Seul del presidente italiano Giorgio Napolitano,
accompagnato dalla moglie e dal ministro degli Esteri, Frattini. Nell’incontro con
il presidente coreano Lee Myung-bak, Napolitano ha discusso della questione per il
disarmo nucleare della Corea del Nord, incoraggiando la ripresa dei colloqui, interrotti
a dicembre per volontà di Pyongyang. Sembra che la Corea del Nord rifiuti al momento
colloqui a 6 e chieda invece bilaterali con gli Usa. Tra Roma e Seul c’è sintonia
su molti temi internazionali, dalla riforma dell’Onu alla conduzione delle crisi internazionali.
Inoltre, l’Italia caldeggia le iniziative della Corea del Sud per la distensione dei
rapporti con la Corea del Nord lanciate nel 2003. Nell’agenda degli incontri del presidente
Napolitano, anche due inaugurazioni: della nuova sede dell’Ambasciata d’Italia a Seul
e del “Progetto Milano Design city” ospitato dalla città di Incheon, a un’ora e mezza
dalla capitale. Nell’ambito della visita, che terminerà il 16 settembre, anche colloqui
di stampo economico e commerciali.
Elezioni in Norvegia Nelle
quadriennali elezioni politiche che si svolgono oggi in Norvegia tutto è ancora incerto.
Alle urne sono chiamati 3 milioni e 800 mila elettori. Il servizio di Vincenzo
Lanza:
La
campagna elettorale si è svolta senza attacchi personali tra ileader
degli otto partiti che hanno invece puntato sopratutto a far capirequali
fossero le posizioni pratiche dei rispettivi partiti.Il premier socialdemocratico,
il 40enne Jens Stoltenberg, capo della coalizione governativanegli
ultimi quattro anni assieme al Partito di Centro ed a quello Socialista di Sinistra,crede e spera in una riconferma del suo centro-sinistra che è riuscito a farsuperare alla Norvegia le conseguenze della recente crisi economica mondiale
cheha sfiorato il Paese senza eccessivi danni.La coalizione
dei partiti di Centro-Destra all'opposizione, quelli del Progresso, deiConservatori,
dei Liberali e dei Cristiano-Popolari, naviga invece in acque alquantotumultuose
che potrebbero placarsi - in parte - solo dopo una non prevedibile comune e chiaramaggioranza ottenuta eventualmente con i voti odierni. Oggetto principale di
discordia nelCentro-Destra è la eventuale alleanza con il Partito del
Progresso, un partito populistabalzato al secondo posto nelle elezioni
di quattro anni fa e che potrebbe decisamentecondizionare proprio un
eventuale governo di centro-destra. La 40enne leader di tale partitodel
Progresso, l’economista Siv Jensen, fonda il programma del proprio partito suirrevocabili principi quali drastico ostacolo all'immigrazione, notevole riduzione
delle tasse ed ulteriore sfruttamento dei ricchi giacimentipetroliferi
sottomarini. Giacimenti di cui la Norvegia dispone nei fondali del Mar del Nordnell'area delle Isole Lofoten, con enormi rischi per possibili incidenti e
inquinamenti dovuti alla fuoriuscita di petrolio in quell'area che per il merluzzo
pescato costituisce un vero e proprio Eldorado per le casse statali norvegesi.(Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 257
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del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.