2009-09-14 15:41:34

I teatri del sacro a Lucca per comunicare la gioia della fede


Teatro, ricerca spirituale e tradizione religiosa. Questi gli ingredienti della prima edizione della Rassegna dal titolo “I teatri del sacro” che si terrà a Lucca dal 21 al 27 settembre. L’iniziativa, aperta gratuitamente al pubblico, è stata promossa dalla Federgat (Federazione gruppi attività teatrali) e dalla fondazione Comunicazione e Cultura – servizio nazionale per il progetto culturale della Cei, in collaborazione con l’Acec (Associazione cattolica esercenti cinema) e con il patrocinio dell’Eti, Ente teatrale italiano. Ce ne parla Alessandra De Gaetano.RealAudioMP3

Venticinque spettacoli inediti di artisti italiani professionisti e compagnie amatoriali debutteranno in diversi spazi della città di Lucca; teatri, chiese, chiostri e piazze, in un palcoscenico dove l’azione teatrale diventa veicolo di testimonianze religiose. Il commento all’iniziativa nelle parole di Vittorio Sozzi, responsabile del servizio Cei per il progetto culturale:

“Io credo che sarà una grande opportunità per far cogliere come innanzitutto l’esperienza teatrale abbia ancora un grande influsso nel modo di stare insieme dei giovani, cioè molti giovani si ritrovano attorno a questa esperienza. Secondo, è uno strumento efficace anche rispetto all’evangelizzazione e alla comunicazione del senso del sacro e del valore del sacro”.
 
Una grande varietà di opere che abbracciano temi legati al Vangelo, figure di santi e laici che hanno dato un contributo significativo alla comunicazione della fede come occasione di riflessione, educazione, condivisione, come conferma Fabrizio Fiaschini, presidente Federgat:

“C’è chi ha manifestato un interesse molto intenso per la mistica, quindi ci sono spettacoli incentrati sui temi evangelici; altri sulle vicende bibliche e, per esempio, c’è uno spettacolo su Abramo e un altro sul libro di Tobia. Altri ancora, invece, hanno scelto di valorizzare le figure dei santi e c’è, ad esempio, uno spettacolo su sant’Alessandro, patrono di Bergamo, poi uno spettacolo su Santa Rosa, oppure spettacoli che hanno invece interessato più l’aspetto della religiosità popolare, soprattutto nel Sud. Il linguaggio teatrale è il linguaggio del corpo in scena, il corpo in scena è appunto quello che meglio trasmette anche un certo messaggio, il rapporto che la fede ha con l’uomo e che viene trasmessa anche attraverso l’uomo”.

 
Un’azione teatrale che si incarna nell’intimità dello spettatore in una commistione tra linguaggio ed emozione per avvicinare l’uomo ad un profondo rapporto con Dio, che trova la sua casa nelle parrocchie dove questi spettacoli saranno messi in scena. Ancora Fiaschini:

“Dopo Lucca noi abbiamo intenzione di valorizzare una circuitazione di questi spettacoli perché ovviamente il teatro vive quando è visto, quando è partecipato. Allora, noi vogliamo che questi spettacoli escano da Lucca e girino nei teatri parrocchiali, nelle sale della comunità, perché attorno a una sala della comunità si può creare, si può ritrovare quella comunità che è il fruitore privilegiato dell’esperienza teatrale”.







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