Carenza di medicine e contraffazioni nel sud del mondo: le responsabilità dell’industria
del farmaco e dei governi
Medicine e industria: un binomio troppo sovente a danno dei più poveri nel mondo.
La denuncia arriva dal Congresso mondiale della Federazione internazionale dei Farmacisti
cattolici, sul tema “La sicurezza del medicinale”, che si chiude oggi a Poznan, in
Polonia. Due gli aspetti che destano maggiore preoccupazione: un mercato dei farmaci
dominato dal massimo profitto e la contraffazione dei farmaci. Roberta Gisotti
ha intervistato il dott. Stefano Vella, responsabile del Dipartimento del Farmaco
presso l’Istituto Superiore di sanità.
D. – Un farmaco
su 10 nel mondo è contraffatto, ma nei Paesi in via di sviluppo la percentuale sale
a 3 su 10, in America Latina e nel Sudest asiatico, e fino a 6 su 10 in alcuni Stati
africani, addirittura 7 su 10 degli antimalarici. Sono stime spaventose. Dr. Vella,
anzitutto, cos’è un farmaco contraffatto? R. – Un farmaco contraffatto
è un farmaco falso. Alcuni sono falsi 'veri', cioè sono farmaci che in realtà funzionano,
vengono soltanto prodotti magari in laboratori clandestini, e sono quei farmaci che
girano anche nei nostri Paesi occidentali. Ma, diciamo che dovremmo stare assolutamente
tranquilli sui farmaci che si trovano in farmacia: ecco, su questo proprio non c’è
dubbio. Per il momento, soprattutto nel nostro Paese, la filiera è controllatissima.
Purtroppo, ci sono delle reti parallele di vendita di farmaci clandestini, che sono
cosiddetti “recreazionali”, quindi sono quei farmaci per il doping: per esempio, tutti
gli steroidi, che si possono trovare su internet, a volte a qualche angolo di strada
o nelle palestre, e lì è dove, nel mondo occidentale, soprattutto è mirato il lavoro
di questi malfattori. Molto più grave è la situazione invece nel Sud del mondo, perché
lì purtroppo, non essendoci un controllo efficiente, alcuni gruppi criminali falsificano
i farmaci essenziali. Quindi, se noi andiamo nelle farmacie di alcuni Paesi africani,
il 30 per cento dei medicinali è falso. E addirittura, lì ci sono farmaci che proprio
non funzionano! Cioè, invece del principio attivo c’è il nulla!
D.
– Ecco: ma a che punto è la lotta messa in campo dall’Organizzazione mondiale della
sanità?
R. – C’è una rete di sorveglianza, che sta
partendo adesso e che è basata – per esempio – sul campionamento di confezioni di
farmaci in giro per il mondo e sulla rete di laboratori di analisi che controllano
la qualità di questi farmaci. Dopo di che, naturalmente, scattato il campionamento
ed individuato il contraffatto, parte poi la ricerca del produttore, che a volte è
complicatissima, perché quello che è contraffatto non è solamente la scatola finale,
ma addirittura la materia prima! L’anno scorso, abbiamo avuto dei casi di contraffazione
piuttosto grave anche sulle 'eparine', su un farmaco usato invece largamente nel mondo
occidentale, per il quale era stata contraffatta la materia prima che arrivava, per
esempio, dalla Cina. Quindi, siccome è un mercato enorme dal punto di vista economico,
quello dei farmaci, è chiaro che alcune organizzazioni criminali stanno pensando di
utilizzare anche questo settore.
D. – Dr. Vella,
a proposito di mercato, un’altra nota dolente in campo sanitario è quello dei cosiddetti
'farmaci orfani'…
R. – Perché nessuno li vuole produrre,
perché – appunto – non rappresentano un mercato. Come è stato detto – in questo convegno
- c’è carenza di medicine per le malattie che colpiscono il Sud del mondo, perché
il Sud del mondo non costituisce un mercato. Tutto questo andrebbe risolto comprendendo
anche le ragioni dell’industria, nel senso che loro dicono: io purtroppo devo fare
un investimento importante e chi potrebbe ripagare questo sforzo? Bè, dovrebbe essere
il mondo ricco ad impegnarsi in questo. E lei sa quanti soldi sono stati spesi con
questa crisi, l’enorme quantità di denaro che è stata spesa – forse giustamente –
per salvare le economie occidentali, e poi, il poco denaro che viene speso per investire
sulla salute globale.