Mons. Crepaldi al Movimento Cristiano Lavoratori: "il lavoro sia una vocazione"
Lo scopo del lavoro non è unicamente il lavoro: dietro, infatti, c’è sempre qualcosa
di gratuito dovuto al valore della persona e la parte più autentica della ricchezza
prodotta è legata a questo aspetto non quantificabile, non afferrabile dalle statistiche.
Così, in sintesi, si è espresso, ieri sera, il nuovo arcivescovo di Trieste mons.
Giampaolo Crepaldi, intervenuto a Senigallia al raduno del Movimento Cristiano Lavoratori
(Mcl). “Molti analisti – ha continuato il presule davanti a una platea di oltre 300
persone – si sono chiesti se una delle cause della crisi finanziaria ed economica
sia proprio questa: l'indebolimento della percezione di quanto nel lavoro c’è di necessariamente
irriducibile. Si sta perdendo il senso del lavoro come vocazione, e questo ha un costo
anche sul piano economico”. Mons. Crepaldi, che presiede l’Osservatorio internazionale
Cardinale Van Thuan sulla dottrina sociale della Chiesa, ha incentrato le sue riflessioni
sull’ultima enciclica papale – Caritas in Veritate – per ricordare che “Cristo non
è venuto a dirci come dobbiamo lavorare, è venuto a illuminare il lavoro; non è venuto
a dirci come dobbiamo essere imprenditori, è venuto ad illuminare la realtà dell'economia”.
“Chi si occupa del mondo del lavoro - ha poi concluso l’arcivescovo di Trieste – è
molto interessato alla giustizia e tende a pensare che prima debba essere raggiunta
la giustizia e poi, eventualmente, si debba anche vivere la carità. Ma se andiamo
in profondità vediamo che così non è: senza la carità non è possibile nemmeno la giustizia”
(S.G.)