La Chiesa celebra il Nome di Maria. La riflessione del cardinale Comastri
E come ha ricordato Benedetto XVI nella sua omelia, la Chiesa celebra oggi il “Nome
di Maria”, che nella tradizione occidentale è stato tradotto con “Stella del Mare”.
Sono molte le interpretazioni date nella storia al nome della Madre di Gesù e proprio
l’accostamento alla parola “mare” per Pietro di Celles fa di Maria un “mare di grazie”,
tanto che il Monfort diceva: “Dio Padre ha radunato tutte le acque e le ha chiamate
mare, ha radunato tutte le grazie e le ha chiamate Maria”. Ma per una riflessione
sul “Nome di Maria” ascoltiamo, al microfono di Tiziana Campisi, il cardinale
AngeloComastri, vicario del Papa per lo Stato della Città del Vaticano:
R. - Il nome
sta per la persona, e pertanto la festa del nome di Maria è la festa della persona
di Maria e di ciò che essa è nella storia dell’umanità. La domanda è immediata: chi
è Maria? Maria è la libertà umana che si è totalmente aperta a Dio mentre noi mettiamo
tante resistenze a Dio. Maria si è consegnata totalmente e in Lei, l’Infinito, è entrato
nella nostra storia ed è diventato nostro Salvatore. Maria è al crocevia del più grande
avvenimento della storia di tutti i tempi: il momento in cui l’Onnipotente si è fatto
piccolo, si è fatto uomo per ridarci un cuore da figli di Dio. Di questo se ne accorse
anche un ateo come Jean-Paul Sartre. Quando era nel campo di concentramento di Treviri
e quindi era sgonfio di orgoglio - perché molto spesso è l’orgoglio che rende cechi
- ebbe un momento di lucidità e scrisse pagine stupende proprio riguardo a Maria e
arrivò a dire che Maria è l’unica creatura al mondo che stringendo al petto il suo
Figlio gli può dire: “ Dio mio”, ed è l’unica creatura al mondo che inginocchiandosi
davanti a Dio gli può dire: “Figlio mio”. D. – Che cosa rievoca
questa memoria? R. – Da un punto di vista biblico il nome è
la persona, allora la riflessione deve essere sulla persona di Maria. Maria è l’esempio
dell’accoglienza di Dio, è l’esempio dell’ospitalità di Dio ed è quello che dobbiamo
fare anche noi, dare ospitalità a Dio, ma dargliela senza reticenze, senza ambiguità,
senza infingimenti - come spesso facciamo - dobbiamo accogliere Dio con la stessa
lealtà, con la stessa limpidezza, con cui l’ha accolto Maria. Credo che sia bello
allora nel giorno della festa del nome di Maria sostare davanti a lei, guardarla,
frequentarla, frequentarla nel mistero che essa rappresenta, perché frequentando Maria
ci si trova sulla strada di Gesù. Perché Maria porta a Lui, Maria è colei che ha
accolto Gesù e in Maria si ritrova sempre Lui. D. – E’ un periodo
questo ricco di celebrazioni che richiamano alla figura di Maria.. R.
– Io credo che dobbiamo accostarci a Maria sempre per imparare la fede. La grandezza
di Maria sta tutta nell’”eccomi”. Giovanni Paolo II disse: “mai tanto dipese dal consenso
di una creatura”. Pensiamo quanto è gravido di responsabilità l’eccomi di Maria. E’
Dio che si affaccia alla storia umana piena di tanti no, e tra quei no ci sono sicuramente
alcuni anche dei nostri e vede che Maria è colei che è capace di dire un sì vero.
Accostarsi a Maria, vivere le feste di Maria non è soltanto l’entusiasmo, l’emozione
di un momento, ma deve essere un momento di educazione alla fede imparando da Lei,
imparando da Maria andando alla scuola del Suo eccomi.