2009-09-11 15:11:45

Unicef: in calo il tasso di mortalità infantile nel mondo


Anche nel 2008 è in calo il tasso di mortalità infantile. A rivelarlo è il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Ma il dato complessivo resta drammatico: sono quasi 9 milioni i bambini morti nel 2008 sotto i 5 anni. Negli ultimi 19 anni la situazione ha fatto comunque registrare dei miglioramenti: rispetto al 1990, muoiono ogni giorno 10.000 bambini in meno. A quali misure e decisioni è legata questa riduzione della mortalità infantile? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto a Roberto Salvan, direttore generale di Unicef Italia:RealAudioMP3

. – I Paesi dove la mortalità è più elevata - anche con l’aiuto delle agenzie internazionali e delle Ong che lavorano in rete - hanno migliorato i servizi sanitari integrati e gli interventi a basso costo per ridurre la mortalità infantile. Tali progressi sono stati compiuti attraverso la distribuzione della vitamina A, campagne di vaccinazione e la promozione dell’allattamento al seno. Si deve anche lavorare con maggior intensità nella distribuzione delle zanzariere perché la malaria rimane una tra le principali cause della mortalità infantile.

 
D. – Un dramma sempre molto radicato, soprattutto in Africa…

 
R. – Il maggior numero di bambini che muoiono si registra sicuramente in Africa, in particolare in Nigeria e nella Repubblica Democratica del Congo. A questi due Paesi possiamo aggiungere anche l’India. Soltanto lavorando con più intensità in questi tre Stati si può raggiungere l’obiettivo di sviluppo del millennio della riduzione della mortalità di due terzi rispetto ai dati del 2000.

 
D. – In concreto quali passi si devono compiere per raggiungere quest’obiettivo?

 
R. – Si deve lavorare ed intervenire nelle comunità più dimenticate e più povere. Bisogna cercare di coinvolgere, in modo particolare, tutte le strutture sanitarie ed integrarle tra loro. Anche poche risorse, ma mirate verso interventi a basso costo, possono dare dei risultati positivi.

 
D. – Anche se sono stati compiuti importanti progressi, rimane inaccettabile che ogni anno quasi nove milioni di bambini muoiano prima di aver compiuto cinque anni. Come evitare che alla solidarietà si sovrapponga la sensazione d’impotenza?

 
R. – Credo che sia fondamentale, da una parte, indignarsi per questo dato e, dall’altra, vedere che la strada intrapresa in quei Paesi particolarmente attivi contro questa piaga presenta dati positivi. Si deve quindi dare anche un messaggio di speranza: la mortalità infantile può essere ridotta e si può raggiungere, entro il 2015, quel traguardo che la comunità internazionale si era prefissata.

 
D. – Oltre al prezioso contributo delle agenzie umanitarie, anche la Chiesa svolge un ruolo di primo piano nel contrastare la mortalità infantile nel mondo. La sua presenza in diversi Paesi martoriati è una delle poche luci di speranza…

 R. – La Chiesa, con tutta la sua rete presente in moltissimi dei Paesi dove si interviene, è fondamentale perché ha il contatto con la famiglia, con la mamma, elemento cruciale proprio per ridurre la mortalità infantile. L’attenzione della Chiesa verso la mamma, la donna e la famiglia ed il contatto che ha con le comunità è dunque di aiuto e di stimolo per ridurre la mortalità materna e infantile. E’ fondamentale lavorare in rete, insieme, per raggiungere questi due obiettivi che la comunità internazionale si è data.







All the contents on this site are copyrighted ©.