2009-09-11 13:58:09

Mons. Marchetto: l’11 settembre, spartiacque per il rapporto tra le religioni. Gli immigrati irregolari hanno diritti inalienabili


L’11 settembre ha evidenziato “grandi contraddizioni nel ruolo delle religioni nella costruzione della pace”: è quanto sottolinea l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, in un discorso che pronuncerà domani a Recoaro Terme e il cui testo è stato anticipato oggi. Il presule chiede inoltre che, sul fronte dell’immigrazione, oltre alla sicurezza si punti anche all’accoglienza e all’integrazione. Il servizio di Alessandro Gisotti: RealAudioMP3

L’arcivescovo Agostino Marchetto si sofferma sul rapporto tra cristiani e musulmani con riferimento ai valori dell’accoglienza e dell’ospitalità. La tradizione all’apertura, afferma il presule, è “alla base pure della religione islamica, che però conosce oggi frange, anche assai consistenti purtroppo, estremiste e violente”. Il compito dei musulmani, secondo mons. Marchetto, “è quello di individuare nuovi processi educativi, capaci di arginare questi estremismi, di isolarli e far prevalere il dialogo vero, autentico, rispettoso della reciprocità”. E aggiunge: l'11 settembre è stato “sicuramente uno spartiacque, una ‘rivelazione’, che ha evidenziato grandi contraddizioni nel ruolo delle religioni nella costruzione della pace”. Evento, conclude, che “comporta la necessità di un salto di qualità nell'incontro interreligioso” con l’invito ad ascoltare e a mettersi in gioco per l'altro, testimoniando concretamente la propria opposizione ad ogni forma di violenza.

 
“Dove lo straniero diventa ospite e viene accolto”, sottolinea ancora mons. Marchetto, si smonta “gradualmente la possibilità di vedere l’altro come un nemico”. Certo, sostiene il presule, l’immigrato deve rispettare “l’identità e le leggi del Paese” dove viene accolto. D’altro canto, avverte, “il grande impegno, anche in Italia, oltre la sicurezza è, dovrebbe essere, l’accoglienza, l’integrazione”. Lo “zelo del governo italiano per la sicurezza – ribadisce mons. Marchetto – è degno di miglior causa”, poiché l’impegno per l’integrazione “non si oppone certo alla sicurezza, ma ne è pura espressione”. E torna a evidenziare che “la condizione di irregolarità comunque “non consente [di fare] sconti sulla dignità del migrante”.







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