Le difficoltà dei migranti cattolici filippini nei Paesi islamici
In Arabia Saudita - dove vivono e lavorano circa 8,8 milioni di stranieri - i cattolici
sono circa 900mila molti dei quali filippini. Nel Paese non vi è libertà religiosa
e vige il divieto di portare simboli religiosi, di pregare in pubblico e in privato.
I non islamici devono anche attenersi alle regole e tradizioni dell’islam come il
Ramadan. La situazione - riferisce l'agenzia AsiaNews - si complica per le donne straniere
impiegate soprattutto nella pulizia degli ospedali, costrette a vivere in uno stato
di semireclusione chiuse durante il tempo libero in dormitori e lavorando sei giorni
a settimana, 12 ore al giorno, fino al termine del contratto di lavoro. Nella Filippine
il salario mensile di un’infermeria è di circa 20mila pesos (280 euro) troppo basso
per poter vivere. All’estero esso può giungere sino a 2mila euro. Secondo la Conferenza
episcopale filippina lasciano il Paese circa duemila persone al giorno che si aggiungono
agli oltre 10milioni di lavoratori già all’estero. In questa situazione i vescovi
esortano da anni il governo a impegnarsi per offrire maggiori opportunità lavorative
all’interno del Paese. La Chiesa è attiva nell’aiuto ai migranti sin dal 1955. Essa
opera attraverso la Commissione per la cura dei migranti e dei viaggiatori (Ecmi)
che offre un aiuto alle persone emigrate nel Paese dove in cui lavorano. Considerandoli
i “missionari dell’era moderna” la Conferenza episcopale esorta inoltre i migranti
ad essere testimoni della loro fede cristiana nel luogo in cui lavorano. In questo
contesto si è tenuta in Israele la fine di agosto, l’ottava riunione dei lavoratori
migranti residenti in Europa e Medio oriente. Tema dell’incontro: “Trovare e condividere
i punti di forza nella fede e nella compagnia dei migranti filippini nel mezzo della
crisi globale”. Durante l’incontro il responsabile dell’Ecmi, mons. Precioso Cantillas,
ha affermato che “i filippini emigrati all’estero sono colpiti dalla crisi globale.
Essi stanno lottando per salvare i loro risparmi e tentano di mantenere tra di loro
uno spirito nazionale”. Il segretario dell’Ecmi, padre Edwin Corros, ritiene necessario
aumentare il sostegno della Chiesa ai migranti nominando più cappellani in Medio oriente
ed Europa. Intanto la presenza nelle Filippine di circa 20milioni di disoccupati nel
solo 2009, fa crescere il numero dei migranti. (R.P.)