Il cardinale Ruini presenta il suo libro "Per una nuova laicità" scritto con Galli
della Loggia
La religione cristiana continuerà ad essere tessuto connettivo della nostra civiltà
perché l’uomo ne ha bisogno come sostegno, più che essere essa stessa fonte di impulsi
e vincoli etici. Se ne è detto convinto il cardinale Camillo Ruini, presidente del
Progetto Culturale della Chiesa italiana, chiudendo l’articolato incontro “Per una
nuova laicità”, ospitato a Palazzo Marino per parlare del libro “Confini”, scritto
dall’ex presidente della Cei con il politologo Ernesto Galli della Loggia. L’editore
del volume, lo storico Paolo Mieli ha chiesto alla Chiesa di dedicarsi ai laici dialoganti.
Una richiesta raccolta e analizzata nella prospettiva storica da Gian Maria Vian,
direttore dell’Osservatore Romano, che ha evidenziato le difficoltà del dialogo, guardato
con sospetto da altre culture. Per uscire da “un’età di sfiducia”, il rettore dell’Università
Cattolica, Lorenzo Ornaghi ha invitato i cattolici a tornare ad una presenza comunitaria
pubblica. Una scelta che è sembrato sposare Galli della Loggia, sostenendo che il
ruolo della Chiesa Cattolica è stato delegittimato da una cultura guida riconosciuta
a livello costituzionale. Il cardinale Ruini, dopo aver analizzato il concetto di
laicità nella prospettiva francese e in quella americana, ha individuato per il credente
la possibilità di convergere su obbiettivi concreti ed importanti. Dopo aver ribadito
il ruolo pubblico delle religioni, riconosciuto dal Concordato alla religione cattolica,
il cardinale Ruini ha sostenuto che “i fenomeni religiosi hanno di per sé non minori
titoli che ogni altra realtà o fenomeno sociale ad influire sulla scena pubblica,
ivi compresa la dimensione propriamente politica”, e che dunque “non vi è ragione
per porre alle religioni speciali condizioni per esercitare un ruolo pubblico”. (Da
Milano, Fabio Brenna)